L’abilità sugli sci, l’amore per la Thailandia e l’umile ambizione.Se si volesse condensare la storia di Nicola Zanon in tre punti chiave, ci si accorgerebbe che questi caratteri riemergono ciclicamente nella vita dell’atleta trentino. Di padre italiano e madre thailandese, l’atleta 21enne ha partecipato il mese scorso alle Olimpiadi di Pyeongchang con la casacca del Paese asiatico , a un passo dalla qualificazione alla seconda manche in slalom gigante: un’esperienza che è “un punto di partenza”, ma che solo un anno fa non era nemmeno immaginabile. «Ho cominciato a sciare a otto anni. Non ho mai smesso, ma quando nel 2014 non sono riuscito a prendere parte ai Giochi di Sochi per motivi extra-sportivi, la delusione è stata così cocente che ho immediatamente appeso gli sci al chiodo». A diciassette anni è normale rimanere scottati per colpi così duri, ma il destino – per chi ci crede – non aveva in programma di dividere lo slalomista dai Giochi per sempre. «Non ho più sciato fino a febbraio 2017, nemmeno nel week-end, e mi sono concentrato sul lavoro come falegname con mio padre. In quel momento sono però stato contattato dalla Federazione».

La fiamma olimpica del 21enne si è così riaccesa, e l’obiettivo fissato dalla Thailandia è chiaro: nel caso in cui Nicola avesse ottenuto un risultato utile per la qualificazione, sarebbe entrato nella Nazionale, con il conseguente sostegno economico. «Dopo un solo allenamento ho partecipato ad una gara, raggiungendo subito il tempo prefissato. Solo dallo scorso giugno ho cominciato la vera vita da atleta professionista, lasciando il lavoro e dedicandomi a tempo pieno allo slalom». Fino a meno di un anno fa Nicola Zanon lavorava come falegname e pizzaiolo, poi la corsa alle Olimpiadi Ecco, al tris di caratteristiche di Nicola si potrebbe aggiungere quel vizietto di bruciare le tappe e ottenere miglioramenti in un batter d’occhio. Afferma di credere nel lavoro e nell’allenamento umile e professionale, e in effetti le sue discese gli hanno dato finora ragione, mostrando ottime potenzialità. Con nemmeno un anno di sci alle spalle, al terzo intermedio della prima manche – prima di mancare una porta – il ritardo dall’extraterrestre Marcel Hirscher era infatti di circa tre secondi e mezzo. In sostanza, un risultato incredibile dopo una pausa così lunga, che Nicola fissa come cancelletto di partenza della sua carriera, non certo come traguardo finale: «Se dovessi fare un’altra Olimpiade ne avrei già una. Ho visto come lavorano i migliori. È stata un’emozione grandiosa visto lo strettissimo legame che ho con la Thailandia».

Quella dello slalomista con l’ex Siam non è certo un matrimonio d’interesse, visto che come cultura il 21enne si sente molto vicino al Paese asiatico, e che il suo futuro è destinato a Oriente al di là dello sport: «Quando ho lasciato lo sci, oltre come falegname facevo il pizzaiolo la sera. Le mie intenzioni erano quelle di aprire un locale in Thailandia, e voglio ancora farlo una volta chiuso con lo slalom». Nicola parla thai ad un buon livello, e visita la Nazione appena riesce. La casacca bianco-rossa-blu è ormai una seconda pelle, che punta a indossare sulla neve ancora per i prossimi anni, complice la fase di crescita di tutta l’Asia che passa, oltre che da Pyeongchang, dalla prossima edizione di Pechino : «C’è tanto da lavorare, e ora ho la necessità di trovare uno sponsor personale per rendere il tutto sostenibile senza dover tornare a fare il falegname. I miei prossimi obiettivi sono andare a medaglia nei Giochi Asiatici e magari entrare nei primi 30 in una gara di Coppa del Mondo. Solo il tempo dirà se ci riuscirò, e certi traguardi non si raggiungono senza sacrifici. Mi allenerò con umiltà e professionalità, per tirare fuori dal mio motore tutti i cavalli possibili».