FALSO: “LA NATO SI OPPONE ALL’APERTURA DI ZELENSKY SULL’ANNESSIONE DELLA CRIMEA”

Attraverso una narrazione non basata su fonti corrette e originali, le principali testate giornalistiche italiane hanno generato un dibattito sui possibili sviluppi del conflitto in Ucraina. “La NATO si oppone all’apertura di Zelensky sull’annessione della Crimea”. Titoli simili a questo hanno aperto le pagine dei più importanti giornali, con l’idea errata che il Segretario Generale della NATO Stoltenberg si sia opposto alla volontà del presidente ucraino Zelensky di risolvere il conflitto dando alla Russia la possibilità di annettere a sé la Crimea. In realtà niente di tutto ciò è avvenuto: si tratta di una fake news.

Analizzando l’intervista di Stoltenberg al canale tedesco Welt e le parole di Zelensky al think tank britannico Chatham House, vanno evidenziati due aspetti: innanzitutto Zelensky non ha mai parlato di Crimea, mentre invece Stoltenberg non ha fatto alcun avvertimento all’Ucraina. Come hanno fatto i media italiani ad arrivare a questa conclusione?

LE PAROLE DEL PRESIDENTE UCRAINO ZELENSKY

Il 6 maggio il think tank britannico Chatham House ha intervistato Zelensky. In modo particolare, il direttore del programma Robin Niblett ha chiesto al presidente ucraino quali potrebbero essere le condizioni minime per accettare un accordo di pace con la Russia.

Queste le parole di Zelensky: “I think the minimum step before we stop the war is for us to start talking well using this notion of normality if it fits the situation. But to unblock the diplomatic format of our relations to stop the war between Russia and Ukraine, this step should be regaining the situation as of the 23rd of February. They have to fall back and go beyond the contact lines and they should withdraw the troops of course, and that situation would be able to just start discussing things normally”.

Il presidente ucraino ha dunque affermato che per aprire un dialogo è fondamentale che la Russia torni nelle posizioni del 23 febbraio, ovvero ritiri le truppe da tutti i territori conquistati. Da notare come non è mai stato fatto alcun accenno alla Crimea che, tra l’altro, non è neanche il motivo scatenante del conflitto.

LE PAROLE DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO STOLTENBERG

Nel corso della sua intervista andata in onda il 7 maggio sul canale di notizie tedesco Welt, anche il Segretario Generale della Nato non ha fatto alcun riferimento alla Crimea. Stoltenberg ha ribadito come l’alleanza atlantica abbia deciso di aiutare l’Ucraina per tutta la durata della guerra, precisando però che la Nato farà il possibile affinché il conflitto non si espanda.

E alla domanda dell’intervistatore sulle possibili soluzioni alla guerra secondo la NATO, Stoltenberg ha detto: “L’Ucraina deve vincere questa guerra perché difende il proprio territorio. I membri della NATO non accetteranno mai l’annessione illegale della Crimea. Siamo stati sempre contrari anche al controllo russo di parti della regione del Donbass nell’Ucraina orientale. Gli alleati sostengono la sovranità e l’unità territoriale dell’Ucraina in relazione ai confini riconosciuti. Sosterremo l’Ucraina per tutto il tempo in cui Putin proseguirà con la guerra. In ultima analisi, però, la decisione su come disegnare la pace spetta al governo e al popolo sovrano dell’Ucraina. Questo non lo possiamo decidere noi”.

Queste affermazioni sono state poi riprese da tutti i media italiani, sicuri del fatto che Stoltenberg stesse rispondendo all’apertura di Zelensky sulla Crimea: un episodio, anche questo, mai avvenuto.

CONCLUSIONE

I media italiani hanno dunque operato una vera e propria “interpretazione” della notizia, affrontata dalla BBC in modo del tutto differente. Innanzitutto il giornalista dell’emittente inglese ha espresso solo un commento sull’annessione della Crimea alla Russia: cosa ben diversa dal sostenere il fatto con fermezza. Inoltre, la BBC ha dichiarato in modo esplicito come né Zelensky, né tantomeno Stoltenberg abbiano fatto riferimento alla Crimea. Le parole dei diretti interessati, quindi, dimostrano che le speculazioni dei media italiani sono basate su un claim falso.

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