A metà tra lo psicologo e il confidente, il tassista milanese è uno dei più particolari animali metropolitani. Silenzioso, discreto, cortese al punto giusto, si rivela spesso una spalla di rango per affrontare conversazioni funamboliche, traffici sentimentali, piccole commissioni, incarichi di responsabilità (non richiesti). Questione di vita o di morte, in certi casi.

Disponibile in 6 mila e più varianti, misura il battito della città col suo tassametro, raccogliendo (sempre non richiesto) storie da capogiro che meriterebbero un libro, o quantomeno un’antologia. Pochi come lui hanno a che fare con i travagli dell’animo umano: giusto preti e medici, che però si muovono a piedi, con altra velocità. Nel suo confessionale di pelle sintetica entrano distinti borghesi, ubriaconi, amanti clandestini, cantautori e vip, criminali sulla breccia e sportivi in declino. Pochi resistono alla tentazione di attaccare bottone.

Intervistandoli, si ha la sensazione che ai tassisti piaccia parlare del proprio lavoro. Noi, comunque, li abbiamo sempre lasciati parlare fino alla chiamata radio della centrale operativa, affascinati e divertiti. Le cartoline che trovate qui sotto sono una sintesi della loro filosofia, comunque uno spaccato di mondo. Che altro? Rumba!

 

Segua quella macchina

Nemmeno per cinquecento dollari

La ricerca di un tradimento

Colpo di taxi

Dove la porto signora? A una veglia funebre!

Buona la prima

Di tutto per un the d’agosto

La donna colibrì

Lei, lui, l’altro

Un viaggio tranquillo

Una strana fobia

Mamma, ho scordato la nonna

Quella soubrette sul viale del tramonto…

Ladro a bordo

Cambio in corsa

Segrate – Bergamo calibro 9

Una notte desperada

Sulla via della droga

Leggere con De Gregori

Fine della corsa

Rapimenti involontari

L’Appuntamento della domenica

La  mia rivincita sulla prof

La Nazionale val bene una messa

Grazie per avermi aspettato

Il problema è che tu sei pauroso

Se una mattina d’inverno un’anziana signora

Quella notte in cui ho avuto paura