Nel mezzo di un lago nello Yukon, territorio del Canada a nord-ovest del Paese e a ridosso dell’Alaska, c’è un vecchio Douglas C-47 della flotta americana adagiato a filo d’acqua. Era molto diffuso durante la seconda guerra mondiale come aereo da trasporto tattico, ma poi utilizzato nel dopoguerra anche per impieghi civili. Quello nello Yukon è caduto nel febbraio del 1950 e da allora si trova lì, ormai facente parte del paesaggio. Un bombardiere quadrimotore invece, modello B-24 Liberator, sta nel bel mezzo di una foresta in Papua Nuova Guinea dal febbraio del 1943, fagocitato interamente dalla vegetazione circostante. Ce ne sono molti altri in giro per il mondo, tra Australia, deserto del Sahara e Islanda. Un bimotore americano invece si trova addirittura in mezzo ad una spiaggia in Messico. Questi sono solo alcuni degli aerei abbandonati in giro per il mondo, ormai non più recuperabili. Dal 1994 però, esiste un’azienda inglese che si occupa di recuperare o rottamare vecchi aerei di linea, che sono caduti o semplicemente in disuso.

In Inghilterra, precisamente nel Gloucestershire a nord di Bristol, nel piccolo aeroporto di Cotswold, c’è la sede di Air Salvage International, una delle due aziende presenti in Europa che si occupano di smantellare e riciclare aereiL’altra si trova in Francia. Tra le varie attività, ASI si occupa di manutenzione dei motori, riparare componenti e ricostruzione delle cabine aeree. “ASI è nata nel 1994 – ci racconta James Cobbold, Global Sales manager dell’azienda – da un’idea di Mark Gregory, ingegnere per una vecchia compagnia aerea fallita proprio in quegli anni. Lui ama ripetere sempre che fino al 1990 gli aerei erano giovani e non davano problemi, ora invece ce ne portano anche 4 o 5 alla settimana”.

Vicino alla sede dell’azienda, racconta Cobbold, c’è un cimitero di vecchi aerei e relitti smantellati. “Fare a pezzi un aereo è un processo lungo e richiede tempo. Gli aerei poi hanno un valore altissimo, si parla di milioni di euro. Ecco perché smantellarne uno è l’ultima spiaggia, anche per noi come azienda. Oggi nei cieli volano circa 23mila aerei al giorno, un numero decisamente alto: sono anche di più di quanti ne richieda realmente il mercato”.

Ecco perché va molto forte il mercato dei pezzi usati, gestito direttamente dalla società inglese: “Invece di dare via l’intero aereo per una cifra irrisoria, – spiega il manager dell’azienda – molte aziende preferiscono vendere i pezzi singoli. Dai sedili, agli schermi, fino alle luci e alle parti elettroniche. Di un aereo Airbus 320 per esempio, si riesce a recuperare fino al 95% dei pezzi. I Boeing 747 invece non sono competitivi sul mercato e se ne recupera poco più del 50%. E’ un tipo di aereo diffuso e prodotto in serie in tutto il mondo, la domanda per l’usato quindi è minore rispetto ad altri modelli”.

C’è chi invece degli aerei in disuso ne ha fatto ben altro. Nel 2000 infatti fu inaugurato il ristorante Michelangelo da Vinci a Villamarzana, in provincia di Rovigo. La grande peculiarità riguardava la struttura, composta da due aerei interi e una cabina di controllo. Sin dalla sua apertura però, il comune contestò un enorme abuso edilizio da parte di Gigi Stecca, il proprietario. I due aerei di linea, oggi ancora lì nonostante la chiusura qualche anno fa del ristorante, sono ben visibili dalla strada Transpolesana che collega Verona e Rovigo, oltre che ovviamente da Google Maps. Hanno avuto una seconda vita per qualche anno, ma oggi non si sa cosa farsene di questi due velivoli, se non qualche foto ricordo da parte di chi si ferma ad ammirare.

Molti altri aerei possono finire dentro a qualche museo dell’aria o della scienza. A Milano c’è il museo della scienza e della tecnologia intitolato a Leonardo da Vinci, dove è possibile rivivere, tra le altre cose, la storia del volo. Sono presenti per lo più vecchi modelli di alianti e qualche bimotore ad elica. Ma sono molti i motori che hanno viaggiato per davvero. Principalmente nei musei comunque, si trovano aerei più compatti, usati in guerra per esempio, e non i classici di linea, come quelli che recupera l’ASI.

Capita in certi casi che i vecchi aerei abbandonati a terra, possano veder nascere intorno a loro un nuovo mondo. Sono molti i fotografi professionisti che scattano queste vecchie carcasse con le ali, creando foto suggestive. Si chiamano “spotter” e hanno un bel seguito di fan. Esistono vari gruppi social e altrettanti blog a riguardo. Infine, c’è anche chi invece si diverte a compilare liste di velivoli abbandonati, tracciandoli sulla mappa e indicandone anno e modello. Diego Meozzi, giornalista e fotografo, ha organizzato con dei punti su Maps tutti gli aerei dismessi da Alitalia. Sono 32 in tutto il mondo, con altri 5 o 6 invece di cui la posizione non è certa. Di questi, ben 10 si trovano in Italia, sparsi tra Veneto, Lombardia e Lazio.