La storia fatta con i se. È il titolo di un famoso libro curato da Robert Cowley, in cui le grandi pagine del passato vengono riscritte con finali alternativi. Davanti al progetto Unissued Diplomas – in italiano “Lauree mai riscosse” – ci si chiede subito come sarebbero fioriti i progetti di vita dei 36 ragazzi e ragazze, ricordati con altrettanti attestati simbolici, se non fossero stati spezzati dalla guerra tra Russia e Ucraina. La guerra fatta con i se, per dirla con Cowley.

Trentasei lauree simboliche per altrettanti ragazzi e ragazze che avrebbero dovuto diplomarsi, ma hanno perso la vita a causa della guerra. La fondatrice: “Presto l’esposizione anche in Italia”

Mostre in tutto il mondo
“Ci sono più di 45 università che ospitano l’esposizione dei 36 attestati di laurea”, spiega a magzine.it Yana Mokhonchuk, tra le fondatrici del progetto. Dal Giappone agli Stati Uniti, dalla Germania alla Norvegia, dove all’inaugurazione era presente anche il primo ministro. Nei prossimi giorni verrà ufficializzata anche la mostra in Italia. “Sui diplomi è anche riportata una biografia, oltre che il liceo che è stato frequentato e soprattutto vengono raccontati i progetti che avevano per il futuro”, chiarisce. Un esempio è la storia di Sem Oblomei, che Mokhonchuk conosceva di persona perché ha frequentato il suo stesso corso fino al 24 febbraio 2022. “Avrebbe voluto costruire una piccola biblioteca in casa sua”, ricorda, “stava anche progettando un viaggio in Norvegia con la sua fidanzata”. Nel giro di poche settimane, invece, è partito per il fronte e ha iniziato a combattere fino a partecipare alla liberazione di Irpin e Bucha, due tra le città simbolo degli orrori della guerra prima e del riscatto dell’Ucraina poi. “Solo 12 giorni prima della sua morte, aveva sposato la sua fidanzata”. Sem Oblomei è morto a 22 anni sul fronte est.

Aiutare a distanza
“Ora al progetto ci lavoriamo in circa 50 persone”. È una squadra formata da studenti presenti all’estero e in Ucraina. Accanto a ogni storia campeggia una foto in bianco e nero. Sotto c’è l’età delle vittime: quasi mai supera i 23 anni. Dopo più di un anno di guerra, con l’attenzione verso il conflitto che cala in modo fisiologico, l’obiettivo delle esposizioni è ricordare che “le bombe continuano a cadere e portano via molte vite innocenti, anche di studenti come noi”.

Yvehniia Babakova è morta a 20 anni, il 9 marzo 2022 a Mariupol. Avrebbe voluto laurearsi in farmacia

Yvehniia Babakova è morta a 20 anni, il 9 marzo 2022 a Mariupol. Avrebbe voluto laurearsi in farmacia

Proprio in un bombardamento ha perso la vita Yevheniia Babakova, 20 compleanni alle spalle e un futuro da farmacista. “Era molto brava e amava ballare”, si legge, “nel suo tempo libero faceva molti Tiktok”. È morta a Mariupol il 9 marzo 2022.
Sotto ai ritratti dei ragazzi e delle ragazze sono aperte le donazioni, per raccogliere soldi da destinare all’acquisto di aiuti umanitari, bende e materiale di primo soccorso per chi sta al fronte. “Abbiamo lanciato l’iniziativa Students for Students defenders”, spiega Mokhonchuk, “studenti da università in tutto il mondo possono donare a chi è rimasto in Ucraina, per permettere a chi combatte di difendere la nostra libertà”. Fino a ora sono stati raccolti poco più del corrispondente di 3000 euro: i contributi si possono versare in dollari canadesi perché si appoggiano a una organizzazione non governativa che già esisteva. “Guardando da vicino le fotografie tutto prende forma”, ragiona Mokhonchuk. Si tratta di poche storie, che sono però specchio di altre migliaia: “Con questa mostra si realizza come di incanto che lo stesso potrebbe accadere a noi”.