«Il nostro obiettivo è quello di colmare il digital divide nelle imprese per rendere i dati, l’informazione e la conoscenza accessibili a tutti, indipendentemente dalle proprie competenze tecniche». Uljan Sharka, 31 anni, giovane imprenditore italiano emigrato nel 2008 dall’Albania con il sogno dell’informatica, descrive così la start up che ha fondato otto anni fa e che oggi fattura milioni di euro dando lavoro a decine di giovani ingegneri volenterosi come lui. L’ha chiamata IGenius, forse perché una scintilla di genialità gli appartiene se da ragazzino appassionato di computer e videogiochi è riuscito a diventare il precursore dell’intelligenza generativa italiana. Sede a Milano ma radici internazionali in Inghilterra, Svizzera e Stati Uniti, la sua azienda (finanziata dal fundraising e in procinto di quotarsi in borsa nel 2027) promette di «democratizzare l’accesso ai dati» permettendo, in parole povere, di compiere scelte operative in tempi brevi applicando l’IA ai processi decisionali d’impresa.

Come? Grazie a Crystal, l’applicazione di decision intelligence che rende possibile interrogare, archiviare e analizzare i dati tramite il linguaggio naturale «come in una normale conversazione» con la macchina. È l’ultima frontiera della data ìntelligence, oggi utile soprattutto alla Pubblica Amministrazione e alle realtà imprenditoriali per migliorare efficienza e servizi, ma pronta a conquistare tutti i settori della società. Un’innovazione in grado di rivoluzionare il mercato del lavoro senza sacrificare il fattore umano: «Darà vita a nuove opportunità e progresso, come è successo con tutte le tecnologie. L’IA potrà migliorare ogni giorno le nostre attività, rendendoci più produttivi ed efficienti e dandoci la possibilità di concentrarci su compiti a più alto valore aggiunto che richiedono creatività, empatia e pensiero critico» assicura Sharka quando gli si chiede di rispondere agli scettici. L’automazione  in questo senso potrebbe dunque essere la chiave per sfuggire all’alienazione e salvare quelle competenze che ci distinguono dalle macchine per dimostrarci ancora essenziali dal punto di vista produttivo. A una condizione però: «I modelli sottostanti devono essere affidabili e privi di bias ed errori, ma soprattutto dovrà esserci un quadro normativo chiaro e condiviso a tutela dei diritti umani che, oltre a fornire una regolamentazione efficace, sia anche una guida ad un uso sicuro, etico e responsabile dell’IA».

 

Uljan Sharka, 31 anni,  fondatore di IGenius

Uljan Sharka, 31 anni, fondatore di IGenius

Altre frontiere per l’IA

La sfida ai grandi dell’high tech è aperta e sempre più appetibile per informatici e investitori, come prova la partnership avviata con Microsoft nel proprio da IGenius lo scorso luglio per ottenere una piattaforma in grado di far funzionare Crystal e il giro d’affari da 500 milioni di euro che riguarda l’IA solo in Italia. Tra i prossimi campi di sperimentazione della decision intelligence potrebbero essercene anche di inusitati come la politica e l’informazione perché, come sottolinea l’intervistato, «potenzialmente tutti possono beneficiarne, anche se finora la nostra start up si è focalizzata su casi d’uso in settori altamente regolamentati come i servizi finanziari, per cui l’affidabilità e la sicurezza su accesso e condivisione dei dati assicurate dal software sono fondamentali». Gli stessi requisiti costituiscono una risorsa preziosa soprattutto per il settore del giornalismo, nel quale il risparmio di tempo e burocrazia è la prima garanzia di efficienza e qualità. «L’utilizzo dell’intelligenza artificiale e l’approccio data driven possono essere di grande aiuto, dalla raccolta e organizzazione delle informazioni all’analisi di dati e al supporto nella generazione dei contenuti» dichiara il fondatore di IGenius in proposito, senza dimenticare «il dibattito sul copyright, sulla regolamentazione e sulla certificazione della conoscenza» che fa da sfondo a tutte le modalità d’impiego di queste tecnologie. La possibilità che l’IA diventi anche una fonte di notizie in tempo reale sembra invece un’ipotesi più remota nelle sue parole: «In futuro, ci aspettiamo che i tempi di elaborazione delle risposte saranno sempre più rapidi e lo standard dei contenuti migliore, in termini di accuratezza e creatività. Tuttavia, la priorità assoluta per far sì che rappresenti davvero un supporto per chi lavora in questo mondo è l’utilizzo di modelli allenati con dati controllati per assicurare che le informazioni restituite siano eque e imparziali». La strada da percorrere in questa direzione appare quindi ancora lunga, ma fattibile.

Un software tutto italiano: Modello Italia

Nel corso della prossima estate, Uljan Sharka e la sua azienda si preparano a segnare un’altra svolta decisiva nel progresso dell’IA in Italia. Verrà infatti lanciato Modello Italia, il primo e finora unico modello di intelligenza generativa addestrato in lingua italiana sviluppato da IGenius in collaborazione con il consorzio interuniversitario Cineca, per eliminare una volta per tutte i pregiudizi linguistici e culturali di matrice anglofona che creano non poche problematiche all’uso dell’IA generativa nel nostro paese. Una novità che può rilanciare il ruolo dell’Italia nel settore dell’alta tecnologia portando a un vero e proprio “Rinascimento digitale” , ora che il governo è deciso a puntare su questi temi anche al G7 di Borgo Egnazia in programma a giugno. «Potrà aiutare le aziende e la pubblica amministrazione a sfruttare i vantaggi dell’IA generativa anche in settori sensibili come sanità e finanza, nel pieno rispetto della privacy e della sicurezza. Costituisce un unicum perché sarà allenato su un corpus di dati italiani, in grado di riflettere nei contenuti e nelle forme tutte le sfumature tipiche della nostra lingua e cultura» sostiene Sharka. E i vantaggi derivanti dall’adattamento linguistico potrebbero avere ricadute anche sulla già citata democratizzazione della conoscenza nel lavoro, se si considera che «I modelli di linguaggio nell’ambito dell’intelligenza artificiale possono davvero fare la differenza solo se ogni nazione e lingua sono adeguatamente rappresentati».