Il mondo dell’informazione è in trasformazione. Gli organi stampa assumono con il contagocce. La prospettiva più realista per coloro che vogliono vivere facendo i giornalisti è quella diventare freelance, ma anche questo scenario non appare così incoraggiante, anzi.
I prodotti giornalistici sono spesso sottopagati se non addirittura gratuiti. Nelle offerte di lavoro non compare più la retribuzione fissa ma modelli di pagamento basati sulle prestazioni, sul pay-per-click e sulla revenue sharing. Inoltre molti giornalisti utilizzano piattaforme, come Medium, che offrono soltanto la promessa di dare grande visibilità ai contenuti pubblicati senza però pagare un centesimo.
La sfida è quindi di trovare soggetti che siano disposti a pagare in maniera equa e dignitosa il lavoro. Genevieve Belmaker consiglia alcuni siti che offrono tabelle in cui compare quanto le singole testate pagano il lavoro freelance. Strumenti che permettono al giornalista di sapere chi veramente paga, evitando il rischio di essere sfruttati.