Simone Cesati

About the Author Simone Cesati

Avete mai incontrato un aspirante giornalista, discepolo dostoevskiano, appassionato di Gaber che nel tempo libero insegna tennis? Certo, da fuori può apparire un frullatore di cose che non hanno né capo né coda se messe insieme, ma la realtà, come spesso accade, può rivelarsi ben diversa da quel che ci aspettiamo. Se torno indietro con la memoria, mi rendo conto del modo unico con cui mi sono avvicinato al mondo dell'informazione: ho preso un giornale e ho iniziato a leggere. Stranamente, leggendo, ho scoperto che quegli articoli mi piacevano. Così, non contento, ho voltato pagina e ne ho letto un altro, poi un altro, e così via. Di pari passo, potrei fare un discorso simile sui libri di Dostoevskij - per giunta, protagonista assoluto della mia tesi triennale -. Maledetto il giorno in cui ho aperto Delitto e Castigo. Da quel momento ho dedicato un’intera mensola della mia libreria ai testi degli autori russi: Tolstoj, Puskin, Gogol’, Bulgakov. E pazienza se su quello scaffale non ci sono scrittori ucraini: sarà per un’altra volta. Dalla lettura alla musica, ora, vi starete chiedendo cosa c'entra con tutto ciò Gaber. Un altro incontro accidentale che mi ha aperto il mondo del cantautorato italiano. Devo ammettere che il rock televisivo anni Sessanta mi ha affascinato fin da subito. Infine, il tennis: gioco da quando avevo sei anni, fino ad arrivare ad oggi, che lo insegno. C'è da dire che in questi ultimi tempi gira una strana moda in Italia, e io non posso far altro che prendere in prestito le parole di "colui che si chiama G"; e dire: "Tatatpata. Dopodiché, tutti al padel. Tof tof sì, giocano tutti al padel. E qui mi incazzo". Forse il testo non era proprio così e l’ho fatto molto mio, ma rende bene l'idea.