“Abbiamo approfittato delle vacanze di Pasqua pensando che nessuno se ne accorgesse. E invece…”. Ride Ornella Varin, la preside del Liceo Scientifico Statale “Michelangelo Grigoletti” di Pordenone che da questa settimana ha dato il via libera alle carriere alias per gli studenti e le studentesse in transizione e ai bagni genderless nella scuola.

Il liceo Grigoletti ha risposto così alla richiesta di una studentessa di avviare una carriera alias che corrisponde alla possibilità di inserire il nome scelto dalla persona in transizione al posto di quello anagrafico nei documenti scolastici e nel registro elettronico, secondo un accordo di riservatezza fra la scuola, (in questo caso) la ragazzina e la sua famiglia, per poter evitare l’imbarazzo di dover spiegare la propria situazione. “Ne ho parlato in collegio docenti e ho ricevuto una risposta positiva”, racconta Varin.

La dirigente scolastica ne ha approfittato anche per proporre la disposizione di bagni neutri, cioè senza diversificare le toilettes per genere maschile e femminile, e sono stati approvati: “La mia prima idea era di rendere tutti i bagni senza distinzione ma i rappresentanti d’istituto, dopo essersi confrontati con gli studenti, mi hanno riportato che per alcuni sarebbe stato meglio mantenere comunque quelli esclusivamente per maschi e per femmine. Invece, non c’è stata alcuna opposizione alle carriere alias. La soluzione è stata approvata quasi all’unanimità dai professori, nel senso che c’è stato un solo astenuto e nessun contrario”. 

Il liceo Grigoletti di Pordenone dà il via libera alle carriere “alias” e predispone di bagni “neutri”. Scoppiano le polemiche. Ma in Italia non è la prima scuola superiore a fare questa scelta: sono ben duecento le scuole che permettono una carriera “alias” e otto le superiori con bagni “neutri”

Quindi è stata ripianificata la distribuzione dei bagni facendo diventare i servizi al primo piano la “terza scelta” di genere. Considerando la struttura del liceo Grigoletti – è alto tre piani con corridoi di circa duecento metri – il motivo di questa logistica è ovvio, come spiega la stessa preside Varin: “Abbiamo deciso metterli al primo piano così che fossero comodi per tutti: chi volesse utilizzare  i bagni separati per genere sono facilmente raggiungibili al piano terra oppure al secondo, invece i servizi unisex sono esattamente in mezzo, tra il piano terra e i piani superiori”. 

Questa soluzione nasce da un ragionamento in questa comunità scolastica sensibile a tutti i temi della diversità e della inclusione: “Mi era stato proposto di riservare uno dei bagni dedicati alle persone con handicap, ma io mi sono opposta. Volevo fare una cosa più accogliente, inclusiva e non discriminante, che non facesse puntare il dito verso chi entra in questi bagni”. E ora la scuola si sta mobilitando per trovare delle soluzioni anche per gli spogliatoi delle palestre e per la gestione delle camere d’albergo per i viaggi d’istruzione

Il caso del liceo Grigoletti è già finito al Ministero dell’Istruzione e del Merito su segnalazione dell’onorevole Emanuele Loperfido, in quota Fratelli d’Italia e originario di Pordenone, in polemica contro la decisione della scuola. Ma la preside ha anche ricevuto molte email di sostegno da parte di genitori e cittadini della provincia friulana.

Nel resto d’Italia sono ben pochi gli istituti che hanno disposto bagni neutri nei propri edifici. In totale sono otto, incluso il Grigoletti: l’ISS “Niccolini Palli” a Livorno, il Liceo Artistico Statale “Brera” e Liceo Scientifico Statale “Elio Vittorini” a Milano, il Liceo Classico “Vittorio Alfieri” e il Liceo Classico Linguistico “Gioberti” a Torino. Infine, il Liceo Statale “Niccolò Machiavelli” a Firenze. 

Invece, sono duecento le scuole che danno la possibilità ai propri studenti di iscriversi con carriera alias. Secondo l’elenco aggiornato a marzo 2023 fornito dall’Associazione Agedo (per il momento il Ministero non ha predisposto una mappatura), la maggioranza  si trova nel Centro Italia: sono novanta in tutto. Al Nord ce ne sono 66, al Sud e nelle isole 46. La regione che ne ha di più è il Lazio.