Giovanni Gulino, frontman dei Marta sui tubi, gestisce su Facebook, insieme agli altri componenti del gruppo, la pagina ufficiale della band – 63519 “mi piace”. Nel 2012, fonda con la compagna Tania VaruniMusicraiser, piattaforma di crowdfunding che accoglie e finanzia progetti musicali attraverso contributi online.

Perché privilegi Facebook rispetto a un altro social network?

In realtà abbiamo anche altri profili su Twitter, ma con Facebook c’è il vantaggio di poter condividere ed argomentare meglio i propri contenuti, senza doversi limitare ai 120 caratteri. Direi che Twitter funziona meglio per i “solisti”, mentre per gruppi musicali e associazioni Facebook è sicuramente più indicato.

Com’è nata l’idea di fondare Musicraiser?

È da tempo che io e la mia compagna ci interessiamo del fenomeno del crowdfunding in ambito musicale: c’è sempre piaciuta l’idea che per finanziare un progetto non si debba passare per forza per le istituzioni, siano banche o case discografiche, e che invece possano essere i fan stessi a sostenere le iniziative migliori con i loro contributi. Cinque anni fa forse i tempi non erano ancora maturi per un sito come Musicraiser. Oggi, invece, c’è anche una maggiore fiducia nei pagamenti online da parte degli utenti e ci sembra che il riscontro sia più che positivo.

È stato utile promuovere la piattaforma anche su Facebook?

Circa il 70% dei contatti che riceviamo provengono da lì, può bastare come risposta?

Usi i social solo per scopi professionali o anche come vetrina individuale?

Sulla pagina diamo molte informazioni sulla band, su eventi, concerti ecc., ma ci piace anche dare consigli sulle ultime novità della musica italiana o, al contrario, chiederne alcuni ai fan. A turno postiamo classifiche dei nostri dischi preferiti, foto, video ed è bello quando i fan interagiscono e ci danno le loro opinioni.

Che valore hanno per il fruitore l’informazione e i contenuti gestiti in questo modo?

La caratteristica più interessante dei social, secondo me, è la possibilità di avere subito un feedback su ciò che condividi: dai commenti si capisce se quel determinato contenuto viene apprezzato o meno, se c’è qualche aspetto da rivedere o da approfondire. Interazione e immediatezza sono degli ottimi punti di forza.

Quanto i social hanno influito sul mondo dell’informazione?

Direi parecchio, sia nello stile comunicativo, che, appunto, nella velocità di riposta che gli utenti posso dare e ricevere. Se vuoi mettere a disposizione informazioni, servizi, link di ogni genere ormai basta un click. Poi se vuoi rendere la tua pagina efficace c’è bisogno anche di investimenti e di una certa cura: non basta aggiornare i contenuti, devi scegliere quelli migliori e più adatti al tuo modo di comunicare.

Quanto usi social network per costruire la tua dieta informativa?

Una volta al giorno li consulto, ma non ci perdo più di mezz’ora. Preferisco fare ricerche più libere o stare su You Tube, piuttosto che immergermi nei social.

E quando non hai connessione come reagisci?

Certo, per lavorare su Musicraiser ne ho sempre bisogno, ma non sono ossessionato dall’idea di dover essere sempre connesso. Non mi interessa stare lì a scrivere, commentare e replicare ogni secondo. Su Facebook, ad esempio, ho cancellato il profilo personale e resta solo Marta sui tubi. Sarà che non sono più un ragazzino, ma continuo a preferire di gran lunga i contatti umani. È molto meglio parlare direttamente con i fan a fine concerto, che twittare o mettere “mi piace”.

C’è qualcuno a cui ti ispiri, all’interno della tua categoria, nel costruire la tua immagine social?

No, siamo semplicemente noi stessi.