La crescita impetuosa degli utenti, i costi legati alla tecnologia – ma non alla produzione di informazione –, insieme a sistemi sempre più efficienti per raccogliere e distribuire inserzioni pubblicitarie hanno costituito alcuni dei motivi di vantaggio competitivo delle piattaforme digitali rispetto ai classici editori. Dopo vent’anni segnati da queste tendenze, ci troviamo di fronte ad una nuova fase evolutiva?
Negli ultimi anni la considerazione pubblica delle piattaforme digitali è passata dall’approvazione incondizionata alla critica, perché se da una parte la qualità dell’informazione di tali piattaforme si è rivelata in molti casi dubbia, dall’altra non tutte hanno dimostrato di volerla migliorare. La crisi della pubblicità sulle piattaforme rappresenta, dunque, un fenomeno passeggero o una difficoltà reale?
Snap – la società americana proprietaria di Snapchat e di altri prodotti e servizi – ha subito un durissimo colpo in Borsa quando ha annunciato che, nelle attuali condizioni macroeconomiche, il prossimo trimestre sarà deludente dal punto di vista della pubblicità. Inflazione, diminuzione dei tassi di crescita, incertezza geopolitica sono i principali motivi che portano gli inserzionisti pubblicitari a rallentare gli investimenti.
Ma quanto è forte la domanda di informazione di qualità e quanto è debole il modello di business basato solo sulla pubblicità? Quest’ultima è sempre legata alla congiuntura: secondo il Financial Times, attualmente il mercato globale della pubblicità digitale vale circa 520 miliardi di dollari ed è concentrato nelle mani di pochi gruppi. Ad esempio, la somma del fatturato di Google (Alphabet) e di Facebook (Meta) vale circa 360 miliardi di dollari e si basa per la maggior parte sulla pubblicità.
Inoltre, l’ecommerce è in forte crescita e i modelli di business basati su di esso hanno davanti maggiori prospettive e più concorrenza. L’ecommerce potrebbe rappresentare uno spazio per la crescita di nuovi editori o di editori tradizionali ben disposti al cambiamento? Sì, se la qualità dell’informazione tornerà ad avere un ruolo prioritario rispetto alla ricerca del profitto ad ogni costo.
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