Un progetto finanziato dalla Commissione Europea che promette di innalzare la fiducia dei lettori verso il giornalismo: questo è l’obiettivo del Journalism Trust Initiative, che rende il fact checking una certificazione internazionale e guida le aziende giornalistiche verso l’autodeterminazione e la consapevolezza di informare in modo giusto e bilanciato. Il progetto, nato nel 2019, è stato presentato al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia solo nel 2022 a causa della pandemia.
La Journalism Trust Initiative è supportata dall’ITCapp, un percorso scandito da tre prove fondamentali: il Check, che permette all’azienda di rendersi conto del suo impatto sulle notizie; lo Show, che rende il pubblico partecipe delle scelte che sono state fatte nella ricerca degli eventi e della loro elaborazione testuale; e il Glow, la certificazione dorata vera e propria, che consiste in un attestato di presa di coscienza riconosciuta dalla Journalism Trust Initiative.
Alla testata viene prima richiesto di effettuare un’autovalutazione tramite l’applicazione web, che consiste in una verifica interna della conformità allo standard JTI. L‘azienda può, quindi, scegliere di diffondere i risultati di questa autovalutazione e di pubblicarli in un rapporto di trasparenza. Infine, nell’ambito di una valutazione indipendente, viene effettuato un audit esterno da parte di un organismo di certificazione riconosciuto. Dopo aver superato con successo i tre passaggi, il supporto verrà certificato e riceverà l’etichetta JTI.
La fiducia del pubblico nell’informazione è essenziale. Tuttavia, con l’aumento della disinformazione, rischia di andare perduta. Rendere disponibili queste regole alle società di media di tutto il mondo fornirà un forte contrappeso alle notizie false di cui il pubblico è inondato.
Al centro di questo strumento c’è l’autovalutazione, che consente alle società editrici di controllare, migliorare e promuovere la qualità delle loro pratiche giornalistiche. L’obiettivo è costruire un ecosistema informativo più sano, in cui sarà possibile identificare e premiare la pratica del giornalismo affidabile ripristinando la fiducia del pubblico nel giornalismo in generale.
Lo standard JTI si basa su un elenco di criteri, redatto da Reporters senza frontiere in collaborazione con oltre 130 organizzazioni e individui che rappresentano il settore dei media, il mondo accademico, gli organismi di regolamentazione e di autoregolamentazione, le società tecnologiche e gli attori dello sviluppo dei media.
Originariamente pubblicato dal Comitato Europeo per la Standardizzazione, questo standard è ora disponibile come applicazione web interattiva. Il lancio dell’applicazione Internet JTI è stato preceduto da una fase pilota a cui hanno preso parte quasi 50 media per effettuare test completi dello strumento. Questi includono CBC/Radio-Canada, France Télévisions e la svizzera SRG-SSR.
Un antidoto contro la disinformazione
Lo sviluppo dell’ITC è una risposta diretta alla diffusione virale della disinformazione osservata negli ultimi anni. Secondo l’Edelman Trust Barometer 2020, non meno del 74% degli utenti di Internet afferma di essere preoccupato per la disinformazione sui social network e il 64% si rivolge alle organizzazioni dei media per informazioni affidabili. Dimostrare la qualità delle loro pratiche giornalistiche consente, quindi, alle società di media non solo di soddisfare le aspettative del pubblico, ma anche di raggiungere un numero maggiore di persone e di sviluppare le proprie fonti di guadagno. Per fare ciò, l’ITC ora offre loro uno strumento digitale unico, grazie al quale possono anche ottenere un audit indipendente basato sulla propria autovalutazione per ricevere l’“etichetta JTI” a garanzia della loro conformità all’omonimo standard.
Rafforzare le testate e rassicurare il pubblico
Per combattere la disinformazione e ripulire lo spazio informativo, il pubblico, ma anche le aziende, in particolare inserzionisti e distributori, devono essere in grado di distinguere tra fonti di informazione affidabili e fonti dubbie. JTI fa questa distinzione attraverso un meccanismo trasparente, prescrittivo e leggibile da una macchina, in modo che gli utenti possano sapere immediatamente se un supporto è affidabile: un’opportunità per le società editrici che possono così dimostrare la propria professionalità e la qualità del proprio lavoro.