La prima cosa da fare è scegliere il deck, come faceva chi negli anni Duemila giocava a Yu-Gi-Ho. Prendere la decisione giusta è fondamentale per iniziare col piede giusto: una buona costruzione della propria squadra dipende proprio dalla scelta dei mazzi di carte. In base al tipo di calciatori che vorrai avere, decidi se scegliere le carte delle Serie A o della Premier League. Poi incomincia il gioco, quello vero: partite su partite online per conquistare i FIFA Points, la moneta attraverso cui comprare all’asta i giocatori migliori, ma soprattutto i fantomatici pacchetti. Ma cos’è un pacchetto? Il meccanismo è simile a quello delle figurine, con l’unica differenza che esistono diversi tipi di bustine: quelle più costose offrono maggiori chance a chi le acquista di trovare calciatori fortissimi, persino leggende del passato come Totti o Del Piero.

Tutto questo è FIFA Ultimate Team: la modalità online più scelta per giocare al videogioco di calcio più venduto al mondo. La EA Sports da anni fa fortune grazie a FUT, ma da qualche tempo stanno sorgendo dei dubbi etici e normativi al riguardo. Lo scorso 6 marzo un tribunale austriaco ha condannato Sony, multinazionale produttrice della PlayStation, a risarcire un giocatore minorenne. A fare scalpore non è tanto la cifra, piuttosto esigua, pari a 338,26 euro, ma le motivazioni. FIFA Ultimate Team, tramite i Fifa Points e il sistema dello spacchettamento, funziona come un sistema a scopo di lucro: in sintesi, si tratta di un gioco d’azzardo.

Ad avvalorare la sentenza sono due aspetti: il primo è la bassa percentuale di carte di giocatori di alto livello che si possono trovare – un po’ come accade nelle slot machine –; la seconda è il fatto che i FIFA Points possono essere acquistati direttamente da chiunque. Quindi, anziché impazzire per giocare centinaia di partite, molti decidono di costruirsi una squadra forte fin da subito, acquistando con soldi reali la valuta virtuale con la quale poi andare a procurarsi i pacchetti. Ha origine così il circolo vizioso: soldi, FIFA Points, pacchetti e via daccapo. Sempre con la speranza che la prossima bustina contenga Leo Messi.

La compagnia Padronus, che ha finanziato l’indagine, ha ricevuto moltissime segnalazioni da parte di famiglie che denunciavano lo sperpero di denaro dei propri figli, spesso minorenni. Nel sistema non c’è, infatti, nessun passaggio di verifica dell’età. Qualora il ricorso confermasse la sentenza del tribunale di Vienna, dal momento che FUT è stato classificato come gioco d’azzardo e che Sony non possiede la licenza obbligatoria per tale tipo di attività, la casa giapponese dovrà procedere a un risarcimento generale.

La storia ha un precedente illustre: in Belgio i FIFA Points sono stati dichiarati illegali anni fa. Se la condanna verrà confermata, quanto accaduto in Austria potrebbe avvenire in molti altri Stati europei in cui il gioco d’azzardo è controllato e regolato da norme ferree, la Germania in primis. La reazione a catena costringerebbe Sony a risarcimenti che in alcuni casi superano addirittura gli 80mila euro e obbligherebbe la EA Sports a etichettare FIFA Ultimate Team come gioco d’azzardo, con la conseguente perdita di molti dei suoi utenti, in gran parte minorenni.

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