Occhi grandi da cerbiatto, viso di porcellana, dietro alla figura angelica di Nicole Valenti si nasconde una ragazza forte e determinata. Fresca di studi all’Istituto Marangoni di Milano, fucina di designer di successo (vedi Franco Moschino e Domenico Dolce),questa giovane stilista classe ‘93 si è messa in gioco fondando il proprio marchio di moda Valenti due anni fa. Per nulla spaventata dal competitivo mondo del fashion system, Nicole ci ha svelato cosa vuol dire essere una stilista under 30 nella capitale della moda italiana ma soprattutto quanto sia importante affrontare la vita con un pizzico di follia e scaramanzia.

Come sei riuscita a trasformare la tua passione per la moda in un brand che porta il tuo nome?

Ho sempre sognato di avere un marchio che avesse il mio nome – e quello della mia famiglia – e ho deciso di buttarmi! Penso che queste cose debbano esser fatte quando ancora si ha dentro un po’ di follia. Ad oggi sono soddisfatta, anche se tendo ad essere molto severa con me stessa. Il brand è giovanissimo e si sa che il percorso, soprattutto in un campo come quello della moda, ha processi sono molto lenti e faticosi ma sono molto ambiziosa e pronta ad affrontarlo.

 

Tra collezioni, campagne pubblicitarie e ritmi incalzanti della moda com’è la vita di una giovane designer?

Essendo Valenti ancora molto giovane non sono vincolata da scadenze da rispettare, ma riesco comunque ad avere un buon balance, soprattutto grazie alle persone che mi supportano e credono nel mio progetto.

Milano, capitale della moda italiana, è la città in cui vivi e lavori. Com’è il tuo rapporto con essa?

Milano è una città che ho imparato ad amare. Non sono milanese e quando mi sono trasferita qui per studiare sono stata felicemente sorpresa. Come dissi tempo fa, Milano, per la moda italiana e non solo, è un po’ come La Mecca. È una città che va a mille, dinamica, e non si può mai stare fermi.

“Per la moda, italiana e non solo, la città di Milano è un po’ come La Mecca”

Come vivi le settimane prima della presentazione delle nuove collezioni?

Le settimane prima sono sempre stressanti. C’è da ultimare qualche capo e soprattutto da organizzato a pieno lo shooting.

Da cosa trai maggiormente ispirazione per le collezioni?

L’ispirazione può veramente arrivare da qualsiasi cosa. Lo so, è una frase trita e ritrita ma è la verità.Spesso andando in qualche museo e guardando un quadro, ad esempio, mi scatta subito in mente che quell’opera potrebbe essere un’ispirazione per il mood della nuova collezione. Anche la vita di alcuni personaggi o star del cinema sono per me grandi spunti creativi; così come la quotidianità, le esperienze di vita…

I tuoi vestiti sono stati indossai da artisti come Myss Keta, Joan Thiele… Cosa vuol dire lavorare insieme ad artisti dalla personalità forte?

Adoro dare i miei vestiti a personalità forti, è importante per me che il brand venga associato a persone che rispecchino un po’ Valenti, e sono stata molto fortunata ad aver vestito Myss e Joan, così come tanti altri.

In un mondo chiuso ed elitario come quello della moda secondo te c’è spazio e possibilità di emergere per un giovane?

È assolutamente difficile, la strada è veramente tortuosa e si spera sempre nel “colpo di fortuna” ma io sono molto testarda e mi auguro che questa perseveranza venga premiata.

Valenti nasce nel 2018. Come sono stati questi due anni e cosa ti aspetti da quelli a venire?

Mi sembra strano pensare a come sia nato tutto. Io e Marcello – Marcello Arena che è il fotografo delle meravigliose campagne Valenti nonché mio grandissimo amico – ne parlavamo scherzando ed alla fine ho deciso veramente di creare il brand. Sono soddisfatta di quello che ho avuto ma credo si possa sempre fare di meglio. Devo ammettere però che sono molto scaramantica quindi vediamo un po’ cosa succederà. Io ce la metterò tutta.