Nella stanchezza elettorale, anche la Polonia si sta preparando ad andare alle urne per eleggere i suoi rappresentanti al Parlamento Europeo il 9 giugno.
Dal 15 ottobre, infatti, si sono tenute nel paese le elezioni per il governo e quelle locali. Le elezioni autunnali hanno determinato una svolta storica per la Polonia dopo il governo ininterrotto dei conservatori del PIS di Jarosław Kaczyński e la vittoria del liberale Donald Tusk. Adesso i cittadini sono più stanchi e secondo la giornalista e corrispondente esteri per l’Europa centro-orientale per La Stampa – Monica Perosino – questa tornata elettorale europea è meno sentita tra i cittadini rispetto che in altri Paesi; infatti, l’affluenza non sarà record come quella dell’ottobre scorso che aveva superato il 70%.
«Tusk ha voluto puntare tutta la campagna elettorale sul tema della guerra», spiega Perosino che continua: «Se guardiamo a livello regionale, anche in Ungheria queste elezioni sono state vendute come una scelta di allontanarsi o avvicinarsi alla Russia». L’impatto della guerra in Ucraina impegnata nel conflitto contro la Russia ha avuto come conseguenza lo scioglimento del Patto di Visegràd in due blocchi e ha inoltre polarizzato in due blocchi le campagne elettorali: essere neutri o stare con Kiev.
Il primo ministro Tusk accusa Kaczyński e il PIS di avere delle connessioni molto profonde e strette con la Russia e di conseguenza punta alla loro demonizzazione. «Tusk deve affrontare un problema: sta procedendo con le riforme promesse a ottobre 2023 in modo molto lento. Punta a dire che la magistratura, la procura generale e il sistema mediatico sono infiltrati del PIS e per fare le riforme ci mette del tempo suppletivo, probabilmente non si aspettava la strada così in salita». Le stime prevedono un testa a testa tra le due formazioni, ma Tusk ha dalla sua parte il sollievo della società e dell’opinione pubblica di essere rientrata nei ranghi dell’Unione Europea. «I polacchi continuano a essere un popolo fortemente europeista e ciò giocherà, secondo me, a favore di Tusk, così come il programma di restaurazione “stato”». Al momento Tusk ha sbloccato dei fondi europei e ha bloccato la procedura relativa all’articolo 7 del TUE. «Più che i vari diritti, credo che peseranno sulle elezioni questi primi mesi di governo Tusk» così esprime la sua sensazione sul clima polacco la giornalista.
Ambiente, economia, guerra e integrazione sono i grandi temi di queste elezioni europee. «Il voto dei giovani è quello che ha permesso il cambiamento della Polonia da uno stato che stava scivolando verso una democrazia imperfetta verso una democrazia rispettosa dei diritti umani, delle minoranze e più attenta ai diritti». Allo stesso modo secondo Perosino saranno proprio i giovani a decidere sui grandi temi che verranno portati, soprattutto sulla questione dei diritti, nonostante la tradizione polacca di bassissima affluenza alle europee. Tendenzialmente le categorie dei giovani, così come quella delle donne e dei laureati votano, nei grandi centri urbani, per i partiti liberali. Gli agricoltori invece fanno parte delle classi rurali e quindi più conservatrici. «Per anni loro sono stati la benzina elettorale di Kaczyński e quindi del partito nazional conservatore e sovranista», spiega Perosino e continua «le proteste che si stanno consumando nei confronti della guerra in Ucraina sono un tema che però non sbilancerà in modo determinante un voto che è già destinato ad andare a destra». Anche i dati economici influenzano gli umori dell’elettorato: la Polonia conta un tasso di inflazione che si aggira intorno al 3 e 4%.
Un tema che sta diventando preponderante è sicuramente la posizione di Tusk nei confronti del confine polacco-bielorusso. Pochi giorni fa è morto un soldato di frontiera proprio sul confine che da sei mesi prima dello scoppio della guerra è stato oggetto anche di attacchi ibridi e dove i migranti – spinti dalla Bielorussia – sono imprigionati nella foresta di Bialowieza che sta diventando blindata. Per adesso Tusk non ha preso grandi posizioni su questo tema, ma le organizzazioni umanitarie iniziano a scalpitare per questa situazione. «Questo tema potrebbe avere dei riflessi su una parte dell’elettorato», conclude Monica Perosino.
La Polonia rimane divisa in due. È probabile che segua la tendenza verso destra, ma bisognerà comunque contare i seggi. L’affluenza alle urne sarà determinante, così come in Italia e negli altri Paesi europei.