Nicola Savino, classe 1967, è nato a Lucca ma è cresciuto a San Donato Milanese. Interista sfegatato, ha fatto il conduttore radiofonico e televisivo, l’autore per la tivù, l’imitatore, il produttore discografico e perfino l’attore. Savino, ha più di 650mila follower su Twitter.

Pesa di più il suo “potere mediatico”, come personaggio pubblico del mondo dello spettacolo, oppure la qualità dei contenuti che posta?

Ho molti follower essenzialmente per due motivi. Il primo è che ho aperto il mio account molto presto, nel 2010, quando la città Twitter era tutta campagna. Poi, col crescere di questa città virtuale, mi sono ritrovato la casa in centro senza sapere perché. Ma c’è anche una seconda ragione: sono spontaneo. Se ho voglia twitto, altrimenti no.

Si ricorda il suo primo tweet?

No, ma ricordo dov’ero: su un treno Ancona-Milano con l’iPad in mano. È stato amore a prima vista.

E da allora non è cambiato nulla?

Ultimamente è tutto più complicato, molto spesso mi censuro. Quindi, a dirla tutta, ho perso un po’ di slancio.

A questo punto mi pare inutile chiederle quale social network preferisce

Io utilizzo solo Twitter perché è immediato, veloce e sintetico. Poi mi piace Vine, per le piccole clip, che sono molto divertenti.

È possibile utilizzare contemporaneamente più social in modo efficace?

Certo, molti lo fanno. Ma Facebook ha un’utenza molto più estesa di Twitter e probabilmente tanti non si accontentano dei 140 caratteri.

Usa i social network solo per scopi professionali o anche per coltivare i rapporti personali?

Ne faccio un uso promiscuo, anche se con Twitter tutti vedono tutto. Quindi è per lo più un uso da personaggio pubblico.

Quanto hanno influito i social network nel mondo dell’informazione?

Davvero molto, pure troppo. Suvvia, si tratta solo di un social network!

Ma le è mai capitato di leggere un articolo giornalistico tramite Facebook, Twitter o un altro social?  Quale valore gli dà?

Ha il valore che ha l’articolo. Io però non mi limito ai contenuti giornalistici sui social. Sono interessanti anche i semplici tweet sulla politica, sullo sport e sull’economia che, pur ufficiosi, ci dicono cose spesso vere con 24 ore d’anticipo sui quotidiani.

Come reagisce se rimane senza connessione?

Impassibile. Non sono così iper-connesso come sembra..

Chiuda gli occhi e immagini i suoi profili Twitter e Facebook fra cinque anni

Il mio profilo Facebook non so come sia nemmeno adesso. Ci crede che non so neanche come si usa? Mi pare una gigantesca perdita di tempo. Per quanto riguarda Twitter, invece, non credo che esisterà ancora, che sopravviverà così com’è adesso. Devo solo resistere a non chiuderlo per noia, come hanno fatto – pentendosene – alcuni personaggi celebri.

A chi si ispira nel costruire la sua immagine social?

Io non ho una immagine social, uso il buon senso. O almeno credo (sorride, ndr)! Mai pubblicità occulte, mai roba finta. La verità paga sempre.

Se le chiedo chi usa bene Twitter nel mondo radio-televisivo, chi le viene in mente?

Luca Bizzarri, che twitta poco ma è sempre interessante da seguire, Jovanotti, un vero maestro di comunicazione, e Cesare Cremonini, che sa miscelare bene il pubblico con il privato.

E Facebook?

Non so cosa dirle, non mi interessa proprio! Ma bisogna ammettere che il rapporto fra Twitter e Facebook, in Italia, pende fortemente verso quest’ultimo. Sebbene il trend di Twitter mi pare sia in crescita.