Cresce l’attenzione per il fenomeno del satanismo nella zona del Milanese. Lo scorso primo febbraio, la diocesi del capoluogo lombardo ha ufficialmente istituito il Centro di ascolto Sicar, volto ad aiutare persone di ogni età a uscire dalle sette adoranti il demonio. La neonata struttura, che si occupa anche delle cosiddette psico-sette, è in realtà attiva da almeno quindici anni, ma solo ora ha trovato una propria collocazione fisica, dove accogliere coloro che vogliono allontanarsi dalla ‘famiglia’ satanica di cui fanno ancora parte. Come spiega al nostro sito Roberta Grillo, la coordinatrice del Sicar, a Milano e dintorni «le sette esistono, ma hanno una connotazione di grande segretezza, pertanto è difficile avvicinarle. Inoltre, sono sempre più praticati i riti satanici da parte del singolo individuo o da gruppi che si aggregano in modo del tutto spontaneo, specie tra i giovani».

Risulta quindi complesso cercare di descrivere l’ambiente satanista italiano e milanese basandosi sulla semplice mappatura delle sette, intese come organizzazioni strutturate. Il culto di Satana, come ogni espressione religiosa o sociale, è magmatico, ossia cambia nel tempo: una ‘fotografia’ dei gruppi e dei loro appartenenti risalente a pochi anni fa può già rivelarsi superata. La difficoltà di analisi aumenta se si considera che, a livello nazionale, la scena attuale è formata da ben poche sette conosciute, come la branca italiana del Tempio di Set – operante a Napoli, e sospettata in passato di aver effettuato messe nere nei sotterranei dello stadio San Paolo – e le derivazioni sataniste dell’Ordo Templis Orientis. Di altre, invece, non si discute l’esistenza ma da esse poco trapela: le Ierudole di Ishtar sarebbero un gruppo solo femminile attivo a Pescara e sul litorale adriatico, mentre Orgasmo Nero si dedicherebbe a riti con sangue umano e sostanze stupefacenti, unitamente alla pedofilia e – secondo alcuni libri – “a ogni sorta di connubio sesso-morte”.

A Milano agirebbe 666 Realtà Satanica, setta dedita alla magia eterosessuale, al sacrificio di animali e al vilipendio di tombe

Concentrandosi invece sulle sette sataniche del Milanese, l’elenco si sfoltisce, e andrebbe anche corretto rispetto all’ultimo Rapporto sul satanismo italiano (2007) dell’Osservatorio Antiplagio, spesso ripreso con un ‘copia-incolla’ da giornalisti e autori di volumi sul tema. Da esso emerge che nel capoluogo lombardo agirebbero tre sette sataniche: 666 Realtà Satanica, Loggia Agape (poi denominata Gruppo Prometeo Milano) e Corte di Satana. Come spiega a magzine.it Silvana Radoani, etno-antropologa e collaboratrice delle forze dell’ordine nella lotta ai gruppi coercitivi, «Corte di Satana non era attiva a La Spezia e Milano, ma sul lago Maggiore, precisamente a Stresa»; dopo la morte della fondatrice, la setta si è definitivamente sciolta. Su Loggia Agape, invece, c’è stata una sorta di incomprensione: Vittorio Fincati, studioso veneto di occultismo, ha conosciuto in passato il promotore della setta, e sottolinea al nostro sito che si trattava di «una propaggine di un gruppetto politico, che aveva in animo di smascherare i presunti complotti esoterici di alcuni, ossia il non rendere comune a tutti la conoscenza». Tuttavia, «quando si è incrinato il rapporto di collaborazione tra il personaggio esterno che forniva materiali all’animatore della Loggia, la stessa ha rapidamente cessato di agire». Fincati spiega poi che il gruppo era solito «pubblicare libri di magia sessuale», e anche Radoani ci conferma che era dedito «alla magia cerimoniale».Satanismo2

In aggiunta, Massimo Introvigne, ritenuto il maggiore esperto italiano della storia e della sociologia del satanismo, ci spiega che Loggia Agape, «contrariamente a quanto afferma qualche libro, non è un gruppo satanista ma crowleyano», ossia basato sui precetti dell’esoterista Aleister Crowley. Anche se Fincati, a riguardo, non è d’accordo (secondo la sua esperienza, «di crowleyano non c’era molto, se non in senso assolutamente generico»), gli esperti intervistati convergono sull’assenza di tratti satanici della Loggia, a differenza di quanto viene comunemente riportato e creduto.

Più variegate, e a volte contrastanti, sono invece le informazioni su 666 Realtà Satanica. Stando a quanto scritto nei libri dedicati al satanismo, la setta sarebbe stata fondata da Filippo Scerba (in arte Conte Ophiel, conosciuto anche come Principe Demus), che allo stato attuale risulta irreperibile. Intervistato da Alessandro Calderoni nell’ottobre 2002 per il quotidiano La Stampa, si scopre che allora aveva 52 anni (oggi ne ha dunque 67) ed è nato in Basilicata; nell’aprile 1999 Piero Colaprico, per La Repubblica, sottolinea il “vago accento lucano” di Scerba, il quale descrive la sua abitudine a recarsi nei cimiteri, dove “si va a lasciare, là non si va a prendere”, anche perché “chi ruba le ossa, o gli altarini dei sepolcri, prima o poi viene preso dalla polizia”. Il riferimento esplicito è alla corrente del satanismo cosiddetto ‘acido’, dal quale sembra prendere le distanze: esso consiste in gruppi, soprattutto di giovani, dediti ad azioni violente, all’abuso di droga e alla profanazione di tombe. In proposito, Conte Ophiel ha specificato di rimanere “fuori dai cimiteri, perché dentro sarebbe reato”.

cimitero

Effettivamente, in un articolo del Corriere della Sera dell’agosto 1993, a firma Fabrizio Gatti, si riporta che un certo “Filippo Scerba, di 43 anni”, insieme a un amico mago, è stato fermato da due metronotte dietro al cimitero di Greco, un quartiere di Milano: dopo “aver verificato che non erano stati commessi furti tra le lapidi o altri reati”, gli agenti li hanno lasciati andare. L’amico si sarebbe giustificato dicendo che stavano pregando, ossia facendo alcuni riti previsti dalla setta cui appartenevano. Come ha ammesso lo stesso Principe Demus durante l’intervista a Calderoni, nel 1999 il suo gruppo satanico – il cui nome era “un anagramma di Satana 666″ – si è sciolto per cause naturali: praticavano “messe nere classiche, con riti sessuali”. In quell’occasione, Scerba ha anche specificato che stava cercando di formare una nuova setta, senza voler coinvolgere “ragazzini alle prime armi, metallari” o – ancora una volta – “satanisti acidi”.

Tornando a tempi più recenti, sul rapporto tra Conte Ophiel e 666 Realtà Satanica alcuni esperti sono chiari: su un sito gestito dal Cesnur (il Centro studi sulle nuove religioni fondato da Introvigne), si dipinge Scerba come capo di una quarantina di adepti, che si riuniscono a Milano in negozi di articoli magici, in case private o all’aperto. Oltre al sacrificio di animali, praticherebbero la magia eterosessuale e si infiltrerebbero in tombe dove rimarrebbero chiusi per un breve periodo di tempo, non prima di aver tagliato la mano del cadavere; va tuttavia sottolineato che quest’ultima indiscrezione contrasta con quanto dichiarato da Scerba alla stampa. Sono comunque interessanti e particolari le credenze del gruppo: sempre secondo tal sito, Satana viene da loro considerato il figlio di Dio e quindi fratello di Cristo, ma vengono evocati anche demoni e altre entità. Secondo Introvigne, 666 Realtà Satanica è tuttora attiva su piccola scala, e adorerebbe il demonio come figlio di Dio e fratello di Cristo Per quanto riguarda la sua presenza attiva sulla scena milanese, Introvigne e Radoani hanno opinioni molto differenti: come spiegato a magzine.it, il sociologo è convinto che la setta sia ancora presente (ma «su piccola scala»), mentre la etno-antropologa ritiene che 666 Realtà Satanica sia slegata dagli ambienti milanesi. Anzi, oltre a non esistere più da vent’anni, il gruppo è balzato agli onori della cronaca perché, tra fine Ottanta e inizio anni Novanta, aveva aperto una pagina Internet inneggiante a Satana sul server del Comune di Roma, poi rimossa. È curioso notare come la stessa storia sia invece attribuita dal Cesnur alla Loggia Nera, setta della Capitale attratta dalla sodomia e dal godimento sessuale. Radoani prosegue sostenendo che Scerba agisce librotuttora nel Milanese, ma «non ha più un gruppo»; tuttavia, come altri personaggi della scena satanista, la sua figura attirerebbe ancora curiosi.

Sono più nette le considerazioni su 666 Realtà Satanica da parte di Luca Bernardo, medico dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, che grazie al costante contatto con gli adolescenti accolti nella Casa pediatrica di cui è direttore, è ormai diventato un vero e proprio esperto di satanismo. Ci spiega che «la setta 666 Realtà Satanica dovrebbe essere ancora attiva, ed è composta da over diciotto e under diciotto. I primi sono a tutti gli effetti il gruppo di satanisti molto attivo: si incontrano nelle loro abitazioni e in aree che conosciamo poco. In pratica si sa che esistono, ma poi si muovono in maniera molto ‘clandestina’», ossia di nascosto. Parlando a più ampio raggio, Bernardo ci conferma – e aggiorna – quanto dichiarato a Il Giorno nel 2011 sul fenomeno del satanismo a Milano: il locale di Porta Romana, considerato un luogo ‘di reclutamento’ di giovani da parte di satanisti, non esiste più, mentre resiste ancora quello in zona Linate. Il pediatra ci svela poi che c’è «un gruppo, una ‘famiglia’ satanica molto forte vicino al quartiere Corvetto, ma dove si trovi esattamente nessuno lo sa».

Per Bernardo, tuttavia, la vera questione è che le sette ormai «utilizzano molto la Rete» e il «deep web» per dialogare con nuovi giovani adepti, e i contatti tra gli affiliati sono sempre più inaccessibili all’esterno. La stessa attenzione per il ruolo degli adolescenti è tipica di Radoani, che spiega come «fino a 15-20 anni fa c’erano gruppi che si legavano non solo per l’ideologia satanica, ma anche per consumare stupefacenti e compiere piccoli reati. Questo avviene sempre meno: i ragazzini di oggi diventano satanisti quasi per gioco, per una bravata del momento» perché attratti da questo ambiente, senza riunirsi in gruppi veri e propri – come sostiene anche Roberta Grillo. Oggi i giovani non creano più sette, ma mettono in scena singoli rituali ‘caserecci’. Ecco perché è difficile mappare il fenomeno del satanismo

Citando una ricerca di Bernardo sul tema, questi giovani «provengono da contesti di teppismo, criminalità, sono ribelli e aggressivi, eversivi da ogni forma di controllo […], mettono in scena rituali satanici spesso ‘caserecci’ sotto l’influsso di film, trasmissioni televisive, giornali, più spesso fumetti», imbrattano muri, commettono vilipendio di tombe o profanano chiese. Anche i grandi personaggi di un tempo, se pericolosi, sono difficili da monitorare: «Non creano più un gruppo specifico», spiega l’etno-antropologa, «ma vanno a cercare persone per fare un certo rito un dato giorno. Bisogna però dire che moltissimi dei vecchi satanisti – lo dico con certezza assoluta – non lo sono più, si sono convertiti ad altre forme religiose o sono atei. Ci sono comunque sempre più adulti che abbracciano l’ideologia satanica», ma solo come filosofia di vita e nient’altro.

Sono però gli adolescenti a destare più preoccupazione, in virtù anche di un cambio di paradigma che non va sottovalutato: Radoani sottolinea che «una volta era la setta che ti cercava; ora è il contrario, è il ragazzo che tramite i social network cerca forme di satanismo, pensando di essere accettato fuori dal suo contesto sociale, nel quale magari non si trova bene, o perché nutre interesse o curiosità per questo mondo». Con il risultato tangibile che tentare di mappare la parte più problematica del fenomeno è diventato difficile: tutto si è ormai fatto più nebuloso, caotico, confuso.