MOSTLY TRUE: «Sicurezza stradale: nel 2023 più controlli, calano le vittime (-17,1%)».

Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha pubblicato lo scorso 5 gennaio sul proprio profilo X un post con le statistiche relative agli incidenti stradali nell’anno appena trascorso. «Più controlli, meno morti e meno incidenti con feriti sulle strade e autostrade italiane nel 2023», recita la caption. Risultati positivi che secondo Salvini sarebbero frutto dei provvedimenti varati dal governo Meloni, prima ancora dell’introduzione del nuovo codice della strada, che dovrebbe entrare in vigore entro qualche settimana. Il dato in primo piano è relativo ai decessi che sarebbero diminuiti del 17,1% rispetto al 2022, così come gli incidenti con feriti: 15.760 contro i 16.402 dell’anno precedente (-3,9%) a fronte di un maggior schieramento di pattuglie addette al controllo stradale (425.261).

Resoconto 2023: i dati sulle vittime

Le cifre diffuse sull’account del ministro trovano conferma nel resoconto annuale 2023 pubblicato sul sito ufficiale della Polizia di Stato e ripreso dal Ministero dell’Interno. Tuttavia, nel tentativo di costruire un paragone con i resoconti degli anni precedenti della Polizia di Stato si nota una sostanziale differenza nel numero dei morti. Mentre i decessi erano pari, fino al 2022, a 1.489, nel 2023 ne risultano molti meno: 495. Infatti, nell’ultimo rapporto sono stati esclusi dal conteggio i morti rilevati dai Carabinieri. Secondo l’ufficio statistiche della Polizia di Stato le vittime complessive si attestano a 1.326 (cifra che comprende anche l’attività dei Carabinieri), un dato comunque non corrispondente alla percentuale (-17,1%) perché oggetto di rilevazioni basate su diversi criteri. Percentuale che risulta in ogni caso attendibile perché confermata dagli statistici.

Pattuglie e controlli

Attraverso un’analisi più approfondita si possono notare altri elementi interessanti. Il numero di pattuglie schierate è aumentato nel 2023, ma soltanto del 2%: si è passati da 415.630 unità a 425.261. Se si confronta però il resoconto 2023 con quelli dei tre anni precedenti, le pattuglie schierate sono sensibilmente diminuite, passando da 479.897 nel 2020 alla cifra attuale. Altro dato significativo e importante da riportare riguarda il numero delle persone controllate: nell’ultimo anno si è registrato infatti un aumento, con 1.934.385 individui contro 1.760.129 del 2022. Dal confronto tra i dati delle vittime di incidenti mortali dal 2020, la diminuzione dei decessi risulta costante a parità di aumento di pattuglie e del conseguente numero di persone controllate.

 

Altre variabili: il Covid

Se, da un lato, è vero che una correlazione tra l’aumento dei controlli e la diminuzione dei decessi esiste, dall’altro, non è possibile affermare con certezza che il fenomeno sia stabilito da un nesso causale diretto. Ci sono da prendere in considerazione anche altre variabili, tra cui su tutte spicca il Covid. Nel biennio 20-21 l’alto numero di pattuglie schierate è giustificato dalle limitazioni negli spostamenti e dalla conseguente stretta sui controlli e le basse cifre relative ai decessi (1.158 nel 2020 e 1.313 nel 2021) sono una conseguenza del minor traffico causa costrizioni.  

Anno Pattuglie Vittime Persone controllate Incidenti stradali
2020 479.897 1.158 1.439.339 51.103
2021 440.379 1.313 1.457.383 64.162
2022 415.630 1.471 1.760.129 69.963
2023 425.261 1.326 1.934.385 44.778

 

Quanto alle violazioni del codice stradale (1.791.320), dal seguente grafico si può osservare come all’aumentare del numero di individui controllati, aumenti anche la quantità delle infrazioni rilevate.

Tutto ciò rende impossibile fare un confronto obiettivo tra i numeri del governo attuale e di quelli precedenti.

I dati Istat

A dimostrazione di quanto sia complesso ottenere dati precisi sugli incidenti stradali, si può fare un paragone tra i dati della Polizia di Stato e Istat. La differenza principale è che i bilanci annuali dell’Istat sono fatti rilevando i dati dai corpi principali delle forze di polizia, ovvero Polizia Stradale, Carabinieri, Polizia locale o municipale, Polizia provinciale e altri organi pubblici. Considerando il maggior numero di fonti rispetto alle sole rilevazioni di Polizia di Stato e Carabinieri, i dati risultano molto più grandi.

Prendendo in considerazione solo l’anno 2022, per esempio, secondo il resoconto della Polizia Stradale il numero di incidenti ammonta 69.963, mentre secondo l’Istat sono 165.889: ben più del doppio, per la precisione +137%. C’è un aumento significativo anche nel numero di vittime: rispetto alle 1.471 della Polizia Stradale, l’Istat ne registra 3.159, con un aumento del +115%. Tutto ciò ci dimostra quindi la complessità delle rilevazioni statistiche, e per questo il rapporto causa-effetto tra numero di pattuglie e numero di vittime individuato dal ministro Salvini non è dimostrabile così facilmente.

Il quadro europeo

Lo scorso 19 ottobre, anche la Commissione Europea ha pubblicato le stime per il 2023 sui numeri relativi alle vittime della strada. I dati preliminari sui primi sei mesi dell’anno mostrano una generale tendenza al ribasso, con un leggero calo rispetto al 2022, anche se le cifre esatte non sono ancora state rese note. Nel primo anno di ripresa dopo il periodo pandemico, i morti per incidenti stradali nel Vecchio Continente sono stati 20.640, pari al 4% in più rispetto al 2021 e al 2020 (a causa dell’aumento degli spostamenti dopo la fine delle limitazioni anti Covid) ma al 9% in meno rispetto al 2019. La tendenza positiva, tuttavia, non raggiunge le aspettative dell’Ue, che punta a dimezzare il numero dei decessi entro il 2030 e ad azzerarli entro il 2050 (secondo il piano “Zero vittime”), e i progressi dei diversi stati membri appaiono disomogenei. In Lituania e in Polonia, per esempio, tra il 2019 e il 2022 le vittime della strada si sono ridotte del 30%, eppure il tasso di mortalità dei polacchi rimane pur sempre al di sopra della media Ue (corrisponde a 46 morti, nel 2022).

Si confermano invece, anche per l’anno terminato da pochi giorni, le classifiche dei tassi di mortalità nei singoli Paesi, seppur con lievi variazioni generali: in Svezia e Danimarca le strade più sicure, dove i decessi annuali per milione di abitanti nel 2022 erano rispettivamente pari a 22 e 26, mentre a Romania e Bulgaria spetta ancora la maglia nera, con una media di 86 e 78 morti nello stesso intervallo. La Svezia però, così come Lituania, Lettonia e Portogallo sembra registrare aumenti significativi, contrariamente alle più virtuose Belgio, Francia, Slovacchia e Finlandia.

Le stime sull’ultimo decennio presentano una complessiva diminuzione dei numeri nel continente europeo, dove dal 2011 le vittime per milione di abitanti sono scese da 64 a circa 45. Nella media i big europei come Francia, Germania, Spagna e Italia, in cui il calo nell’arco del decennio è compreso tra l’11% della Spagna e il 24% della Germania. In Italia, il dato più recente è pari a 49 morti per milione di abitanti: una cifra che allinea il Paese alla media europea, ma non lo rende certo virtuoso nella sicurezza stradale.

(Questa ricerca è parte integrante del progetto Eufactcheck.eu promosso dall’associazione transnazionale di giornalismo Ejta di cui questa scuola fa parte)