«Berlusconi è una di quelle malattie che si curano con il vaccino. Per guarire ci vuole una bella iniezione di Berlusconi. Bisogna vederlo al potere e io credo che il ribaltone (del 1994) sia stato la più grossa sciocchezza che abbia fatto l’Italia». Queste parole di Indro Montanelli, pronunciate nel corso della puntata del Fatto del 28 marzo del 2001 (a meno di un mese delle elezioni politiche del 13 maggio) sarebbero state la vera causa dell’allontanamento di Enzo Biagi dalla Rai e l’inizio della sua disgrazia professionale. A pensarlo è Ennio Chiodi, già direttore del Tg3, una lunga carriera in Rai e coautore del Fatto sin dagli inizi.

«Era il 1995, fu lui a chiamarmi per questo programma di cinque minuti dopo il Tg1. La direzione voleva che fosse un commento quotidiano di Biagi alle notizie del giorno. Lui volle creare una trasmissione vera e propria, con inchieste a più voci e testimonianze. La sua forza era il linguaggio: rapido, asciutto, lineare, essenziale». Non fu quindi l’intervista a Roberto Benigni a tre giorni dalle elezioni, il 10 maggio 2001, a irritare Berlusconi: «Quello con Benigni era un appuntamento fisso, capitò per caso in quel momento. Sarebbe stato sbagliato non farlo. E Benigni non è uno che si può tenere a freno».

Ciò che ferì maggiormente Biagi fu, secondo Chiodi, l’aver ricevuto la lettera che gli annunciava la fine della sua collaborazione con la Rai con una raccomandata: «Sarebbe bastata una telefonata. Non credeva di meritare una cosa del genere dall’azienda a cui aveva dato e dalla quale aveva ricevuto tanto in passato».

Sono pochi i ricordi del Biagi intimo: «Aveva pochissimi momenti liberi, era appassionato del suo lavoro. Era attentissimo a tutto, si arrabbiava spesso, ma la sua autorevolezza era dovuta anche alla capacità di accettare i consigli e le critiche degli uomini della sua squadra. Fuori dal lavoro tutte le attenzioni erano per i figli e i nipoti e naturalmente per gli amici di sempre: Indro Montanelli, il suo avvocato Cesare Rimini e Giovanni Agnelli».

Infine il ritorno in Tv con RT – Rotocalco televisivo il 22 aprile di quest’anno: «Era molto contento di tornare, ma era stanco. Lo ha fatto volentieri, ma con fatica. Sentiva molto la responsabilità verso quelli che lui chiamava i suoi “lettori”».

di Francesco Perugini