Ad andare indietro nella storia dell’attivismo climatico, si scoprono molte cose: per esempio, cheil padre della nostra sensibilità in merito, è un americano, Aldo Leopold, che giocava con gli scoiattoli fino ad odiare il padre che sparava agli stessi durante le battute di caccia. Tanto la cosa non gli andava a genio, che decise di difendere a corpo morto flora e fauna americane, restituendoci un immenso patrimonio forestale che è tuttora protetto.

Si scopre anche che l’attivismo climatico non ha nazionalità, latitudine, colore, sesso, background professionale o culturale: sono e sono stati attivisti contadini, giocatori di calcio, operai, studenti, fotografi, casalinghe, docenti universitari, scienziati, cartografe, biologhe marine, ragazzine e bambini. Vivono in quattro continenti e sono persone da poche parole e molti fatti.

La difesa dell’ambiente parte da lontano, dalla storia del padre delle riserve forestali americane, Aldo Leopold. Ma oggi riguarda migliaia di persone senza differenza di nazionalità, latitudine, colore, sesso, background professionale o culturale. I “climate change warriors” vivono in quattro continenti e sono persone da poche parole e molti fatti. Noi li abbiamo incontrati, raccontati, disegnati

Gli stessi che hanno portato alcuni di loro, soprattutto rappresentanti di popoli indigeni in Africa Subsahariana e nell’America del Sud o Centrale, ad essere oggetto di persecuzioni fino alla morte, come insegna il caso di Berta Càceres, giustamente ritenuta la figura di attivista climatica più rilevante, che ha ispirato generazioni di persone ovunque nel mondo.

Andare indietro nella storia dell’attivismo climatico significa anche prendere coraggio per proseguire in avanti: e farlo nonostante l’indifferenza dei governi, delle multinazionali, della popolazione dei Paesi ricchi, dei doppi standard culturali che scaricano sui Sud del mondo responsabilità, scorie e conseguenze del consumo di pochissimi contro milioni.

Per questoè interessante scoprire che il movimento degli attivisti climatici globali sembra anche essersi stancato di rimanere inascoltato e di essere sbeffeggiato in consessi internazionali: il caso di Severn Cullis-Suzuki e della più nota Greta Thunberg sono esemplari. Adesso, c’è chi rivendica un’azione meno morbida e meno pacifica, anche se comunque mai rivolta contro le persone ma di certo rivolta contro oggetti-simbolo di una cultura opulenta e indifferente al Creato: sono dei singoli come Andreas Malm o Gianluca Grimalda o si riuniscono in collettivi come “Ultima Generazione”. Ma tutti hanno un unico, solo obiettivo: è ora di dire basta allo sfruttamento insensato e intensivo del pianeta. Ed è ora di farlo con ogni mezzo possibile.

Noi di Magzine.it abbiamo sentito l’esigenza di raccogliere tutte queste storie e l’abbiamo fatto lavorando fianco a fianco con i disegnatori dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Da questo progetto, ideato dal fumettista Gianluca Costantini, autore anche del disegno di copertina e di questo ritratto di Greta, e dalla giornalista Laura Silvia Battaglia, direttrice di questa testata, autrice del testo introduttivo, nasce l’e-book e la mostra “Climate change warriors”, questa settimana ospite al Festival “Temperature”. Buona lettura e buona visione.

A questo link, l’e-book Climate Change Warriors