Aggirare il caos dei social media per dare vita a vere e proprie conversazioni. È questo l’obiettivo di Subtext, la piattaforma di messaggistica, lanciata nel 2019 da Alpha Group e creata per mettere in relazione i redattori delle testate giornalistiche, gli host, con i loro lettori.
Con lo scoppio della pandemia, le redazioni hanno dato vita a innumerevoli progetti incentrati completamente sul Coronavirus, tra cui newsletter e podcast. La Cnn, ad esempio, ha lanciato Coronavirus: Fact vs. Fition; Quartz ha fatto lo stesso con Coronavirus: Need to Know; BuzzFeed con The Coronavirus Newsletter; il Washington Post con To Your Health: Coronavirus; il New York Times con Coronavirus Briefing. Ma questi sono solo alcuni esempi. Ne sono nati così tanti che su Twitter alcuni utenti hanno iniziato a creare newsletter basate sulle newsletter del Coronavirus. Ovviamente false.
«Il problema – come ha affermato il co-fondatore e Ceo di Subtext, Mike Donoghue - è che le redazioni stavano investendo molto tempo, denaro e fatica nel creare grandi audience sui social media, ma alla fine, stavano solamente prendendo in prestito le audience stesse, senza creare delle relazioni con loro». È proprio partendo dalle mancanze delle newsletter che è stato pensato Subtext, basato su relazioni vere che nascono da conversazioni genuine, senza fare uso di un carico tecnologico troppo pesante.
Gli Sms sono infatti un mezzo di comunicazione molto efficace. Ma Subtext non è stato il primo a scoprirlo. Nel 2016, il Washington Post aveva già lanciato un sistema di messaggistica sfruttando i bot dell’app di Facebook Messenger. La Cnn ha affermato che gli utenti trascorrevano in media 2 minuti con il bot, ma le risposte erano lente e il carico di notifiche troppo pesante per gli utenti. Altri due esperimenti sono stati Purple, piattaforma di messaggistica acquisita da The Skimm nel 2019, e Outlier Media, il primo progetto giornalistico locale che informa i cittadini sui problemi casalinghi quotidiani.
Subtext non si distingue dagli esperimenti precedenti solo perché è rivolta direttamente alle redazioni. Il legame che si crea tra il lettore e il giornalista è così forte da far sentire in colpa il lettore nel momento in cui decide di disiscriversi alla piattaforma. «Riceviamo mail di disiscrizione in cui i lettori ci chiedono di non farlo sapere all’host» ha confessato Donoghue. I dati, infatti, sono incoraggianti: solo il 2% degli abbonati decide di annullare l’iscrizione.
La privacy degli utenti è un punto centrale per Subtext. I dati raccolti sono proprietà dell’host e vengono eliminati se l’utente decide di abbandonare la piattaforma. Inoltre, Subtext non viene a conoscenza di chi apre personalmente il messaggio.
Le parole chiave di Subtext sono comunità, relazione e interazione e le redazioni ne stanno sfruttando i mezzi in modo originale e unico. NPR, ad esempio, sta sfruttando la piattaforma per informare i lettori sul suo podcast e ricevere feedback a riguardo; Arizona Republic per rispondere alle domande sul Coronavirus; il Globe, invece, per inviare ricette.
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