Lunedì 10 giugno è iniziato l’Apple Worldwide Developers Conference 2024 (Wwdc), l’evento più atteso dell’anno per coloro che lavorano nel mondo della tecnologia. In apertura si è tenuta una conferenza all’Apple Park nel cuore della Silicon Valley – quartier generale dell’innovazione tecnologica – a cui hanno partecipato sviluppatori ed esponenti del settore provenienti da ogni angolo del pianeta, pronti a scoprire quale sarebbe stata la novità più sorprendente targata Apple.

A Cupertino, in California, è stata infatti svelata una partnership che potrebbe cambiare per sempre la gestione dei dati personali e sensibili degli utenti Apple. Dopo l’atteso annuncio, i più cinici, tra cui lo stesso Elon Musk, hanno messo subito in guardia il colosso della Silicon Valley per questioni legate principalmente alla tutela del trattamento dei dati. Le opportunità per Apple potrebbero rivelarsi superiori ai rischi,  ha però replicato Tim Cook, amministratore delegato della compagnia, dopo aver annunciato di aver firmato un’accordo con OpenAI.

L’accordo arriva in un momento non particolarmente favorevole per la compagnia. Non è un segreto infatti che,le vendite globali dell’azienda nell’ultimo anno siano rallentate, in favore di grandi produttori che da anni investono nel settore dell’intelligenza artificiale ed è anche per questa ragione che integrare nei prodotti Apple funzionalità dell’IA, potrebbe oggi fare la differenza.

“Apple Intelligence”, è così che è stata presentata la nuova frontiera della big tech che prevederà, su tutti i sistemi operativi, una serie di strumenti generativi volti a creare un’esperienza personalizzata sui propri dispositivi. Sulla base dell’accordo presentato, la tecnologia ChatGPT sarà integrata, in un complesso processo di sviluppo, nella storica assistente vocale di Apple in funzione dal 2010: Siri. La versione BETA del nuovo sistema sarà disponibile in autunno e tra le funzionalità presentate durante l’apertura dell’Wwdc ci saranno la capacità di riassumere notifiche, email e messaggi e la possibilità di creare immagini semplici o complesse attraverso due nuove funzionalità: Image Playground e Genmoji.

Nel corso degli ultimi anni, diversi analisti ed investitori hanno ampiamente dibattuto circa la scelta fatta da Apple di non inglobale la sperimentazione e l’uso dell’intelligenza artificiale nell’iOS. Se si considera il fatto che grandi colossi della tecnologia come Google hanno già da diverso tempo iniziato a rinnovare i loro servizi principali proprio sulla base dell’IA – basti pensare a Pin Point -, la scelta fatta da Apple appare, in teoria, non economicamente e strategicamente vantaggiosa. L’esitazione della big tech di entrare in quello, che ad oggi, è considerato il mercato più all’avanguardia di sempre, potrebbe essere stata influenzata dalla necessità di dover prima elaborare dei sistemi volti a mantenere adeguate misure per la tutela della privacy degli utenti. Soprattutto perché il funzionamento e la crescita delle intelligenze artificiali, si basa essenzialmente sulla raccolta di grandi quantità di dati che addestrano e creano modelli di apprendimento linguistico. «Le protezioni della privacy sono integrate quando si accede ad esempio a ChatGpt all’interno di Siri e le richieste non vengono archiviate da OpenAI. Gli indirizzi IP degli utenti vengono oscurati» ha rassicurato Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, dopo l’annuncio dell’accordo.

Secondo quanto riportato da Craig Federighi, vicepresidente senior dell’ingegneria del software di Apple, la partnership siglata con OpenAI si estende inoltre solo alla funzione di ricerca e di scrittura perchè la maggior parte degli strumenti di intelligenza artificiale sono stati creati sia da sviluppatori interni alla compagnia, sia attraverso l’acquisizione di Start up esterne. Quella presentata da Tim Cook appare essere una combinazione nuova di strumenti già impegnati altrove ma di fatto, per il momento, non si vede alcuna rivoluzione all’orizzonte.

Per approfondire clicca qui.