Secondo gli esperti di intelligenza artificiale, i contenuti ingannevoli generati dalla stessa potrebbero influenzare i cittadini turchi nel momento delle elezioni.Due settimane fa è stato diffuso un video in cui Kemal Kilicdaroglu, il principale sfidante del presidente Recep Tayyip Erdogan alle elezioni presidenziali dello scorso 14 maggio, parlava perfettamente inglese. «Anche la pupilla dei miei occhi parla inglese. Ti prometto, nonno, che ti faremo presidente», ha commentato un utente di Twitter condividendo il video del candidato 74enne. Qualche giorno dopo, però, il sito web indipendente turco di fact-checking Teyit.org ha rivelato che il video era stato generata dall’IA.

A rivelarlo è stato il primo utente di Twitter, @ytc06, che ha condiviso il video: «Sperimento con l’intelligenza artificiale per conoscere nuove funzionalità. Ho creato la voce di Kemal Kilicdaroglu con l’AI e l’ho usata per una versione inglese del suo discorso di candidatura». Secondo lo specialista di deepfake Henry Ajder, il recente boom di accesso agli strumenti di intelligenza artificiale sta alimentando questo tipo di situazioni. Le prossime votazioni presidenziali e parlamentari turche potrebbero porre fine ai 20 anni di governo di Erdogan e modificare il panorama politico del Paese. Si tratta, inoltre, di una delle prime elezioni importanti che hanno a che fare con un’intelligenza artificiale così avanzata. «Se si riesce a diffondere discorsi sofisticati e dalle caratteristiche molto umane su reti di grandi dimensioni e account non autentici attraverso un’unica narrazione, questo potrebbe ovviamente giocare un ruolo nel prendere il controllo di un’intera sfera di influenza», ha detto Ajder.

Un altro candidato alle presidenziali, Muharrem Ince, si è ritirato dalla corsa giovedì scorso dopo la pubblicazione di un presunto filmato a sfondo sessuale che, a suo dire, era un deepfake. «Quello che ho visto negli ultimi 45 giorni non l’ho mai visto», ha affermato Ince nel suo discorso di dimissioni. «Hanno messo il mio volto su un video preso da un sito web porno israeliano», ha aggiunto, incolpando i giornalisti e i pubblici ministeri del Paese per non averlo protetto dalla “furia della calunnia”».

L’esperto turco di intelligenza artificiale Cem Say teme tattiche ancora più aggressive: «I deepfake potrebbero essere usati il giorno delle elezioni con l’obiettivo di scoraggiare le persone dal recarsi alle urne o di influenzare la loro decisione», ha detto, aggiungendo che questo non lascerebbe «tempo per le verifiche». In Turchia il 90% dei media nazionali è sotto il controllo del governo, secondo il gruppo per la libertà di stampa Reporter senza frontiere (RSF). Questo, insieme alla promulgazione della legge dell’ottobre 2022 che punta a limitare la “disinformazione”, per usare le parole del governo turco, fa sì che in Turchia siano pochissimi gli organi di informazione impegnati a smascherare i deepfake.

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