L’intelligenza artificiale, oltre a rivoluzionare vari aspetti delle nostre vite, continua a cambiare anche il modo di fare giornalismo. Se a livello generale  già da diversi anni  si parla di “data journalism”, gli apporti che provengono da software di I.A. e algoritmi variano a seconda dei settori dell’informazione.  Il giornalismo sportivo è certamente tra gli ambiti che più si avvale di una grande quantità di dati ed è proprio riguardo alle svariate tipologie come alla modalità per raccoglierli e per elaborarli o all’utilizzo che se ne fa che si concentrano i maggiori interrogativi.

COME DIALOGANO IA E. GIORNALISMO SPORTIVO?

Enrico Turcato – responsabile della redazione italiana di Opta, società oggi leader della raccolta, dell’elaborazione e della divulgazione di dati relativi ad eventi sportivi, in particolar modo calcistici – ci spiega più nel dettaglio come IA e sport dialoghino: «Ci sono due modalità di raccolta dei dati. Da un lato si sfruttano le telecamere televisive negli stadi, che ormai permettono di tracciare i movimenti dei giocatori in campo. Dall’altro, i dati che queste raccolgono si incrociano, dentro un database, con quelli di tre nostri osservatori (gli scout, n.d.r) che catalogano eventi di gioco, come passaggi, contrasti, tiri». Una volta raccolti, tutti questi dati vengono elaborati per produrre contenuti editoriali diversificati in base ai clienti, che possono essere mezzi di informazione – come quotidiani e cronisti sportivi che utilizzano numeri e statistiche per arricchire i propri prodotti – oppure società sportive, che sfruttano i dati raccolti per migliorare le performance dei propri atleti. Ma non solo: un altro settore che negli ultimi anni beneficia dell’elaborazione di dati è quello delle scommesse sportive, sopratutto in tempo reale: «Per il cosiddetto ‘live betting’, sono stati creati degli algoritmi che, basandosi sul risultato parziale di una partita in corso, vanno a modificare minuto per minuto le quote delle partite. Questo avviene grazie all’I.A., che incrocia il risultato in corso con una serie di statistiche precedenti immagazzinate nei database e riferite a partite in cui c’erano delle situazioni simili».

IL POTENZIALE DELL’IA APPLICATA AL GIORNALISMO SPORTIVO

Turcato spiega anche come le squadre di calcio si servano di queste elaborazioni: «Tramite l’I.A., abbiamo creato una sorta di predictor, che, sia prima che durante la competizione, fornisce, sulla base dei dati, le probabilità che quella squadra ha di vincere quella competizione. Ovviamente il dato si aggiorna poi in base all’andamento della squadra, però può essere utile perché dà a giocatori ed allenatore un quadro di carattere generale che finisce per orientare le loro prestazioni». I software di intelligenza artificiale lavorano anche in altro modo. Partendo da alcuni input di natura linguistica, ad esempio, oggi l’I.A. è in grado di confezionare rapidamente dettagliate schede statistiche per singoli giocatori, fruibili tanto dai giornalisti quanto dai lettori o dal pubblico televisivo. 

«LE MACCHINE NON FARANNO MAI QUELLO CHE RIESCE A FARE L’UOMO»

Davanti alle molteplici possibilità di elaborazione offerte dall’I.A., è lecito però chiedersi se ciò non comprometta il lavoro umano del giornalista. «Nonostante tutti i passi da gigante che sono stati fatti nel tempo, e ne sono stati fatti tantissimi, le macchine non faranno mai quello che riesce a fare l’uomo», dichiara Turcato. Ma cosa fa, in concreto una squadra di giornalistiche si occupi di elaborazione e divulgazione dati sportivi? «I giornalisti vengono divisi per sport e poi per singoli eventi sportivi da seguire. Ciascuno di loro produce vari contenuti editoriali, a partire da quanto si raccoglie nel database: alcuni supportano tramite chat in tempo reale i giornalisti che stanno coprendo una partita e hanno bisogno di una specifica informazione. Altri invece creano le cartelle stampa destinate alle singole squadre, prima e dopo le partite. È chiaro che l’I.A. non sarà in grado di scrivere un’analisi tecnico-tattica per una squadra, però di certo dà una grossa mano di aiuto perché semplifica le operazioni e riduce i tempi di lavoro» spiega Turcato. 

FRUIZIONE E RACCONTO DELLO SPORT: COSA STA CAMBIANDO?

Non solo eventi calcistici, però. I software di intelligenza artificiale possono supportare anche il tennis, ad esempio. In questa disciplina, già da diversi anni i momenti di pausa tra un set e l’altro vengono colmati con grafiche e statistiche che ormai l’I.A è in grado di realizzare in pochissimo tempo. Questo ha inevitabilmente cambiato non solo la fruizione dell’evento sportivo al pubblico, ma anche il modo di raccontarlo da parte dei giornalisti.  Sebbene l’I.A. sia ormai parte del presente, è bene interrogarsi su quali sono le prospettive future, alcune peraltro già in corso di realizzazione. Per quanto concerne il calcio, che rimane ancora oggi lo sport più appetibile e trainante, Turcato spiega che «l’obiettivo è che i software di I.A. siano in grado di fornire analisi ancora più minuziose, elaborando dati su come si muove una squadra in campo da un punto di vista tattico, ad esempio sul pressing». Alcune società di Serie A hanno già fatto passi avanti per ciò che concerne le prestazioni dei singoli calciatori, attraverso specifici sensori installati sulle divise di allenamento o di gioco: «Capire come reagisce un giocatore nelle varie situazioni, sia a livello fisico che emotivo, è quello step che può aiutare ad avere un dato statistico completo sotto ogni punto di vista», conclude il data analyst.