Ci sono individui che vivono sempre un passo oltre. Oltre le aspettative, oltre il mondo che già c’è, oltre le proprie capacità, addirittura oltre i propri desideri. Guglielmo Marconi è stato un uomo che ha vissuto all’insegna dell’oltre, sempre un po’ più in là di quello che ci si poteva immaginare. Quest’anno si ricordano i 150 anni dalla nascita di Marconi (1874-1937) e i 100 anni dalla prima radiotrasmissione italiana . Il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano ha allestito un programma di iniziative ed eventi per raccontare e informare la storia della radio e del suo inventore. In questo palinsesto variegato si può trovare una serie podcast, Marconi & Co., prodotta da Piano P per scoprire le collezioni storiche del Museo. Alla realizzazione della serie audio partecipa Simona Casonato, curatrice delle collezioni Media, ICT e Cultura Digitale.
Ed è proprio Simona Casonato a raccontare la storia del radiotelegrafo, prima ancora che della radio, attraverso un percorso dedicato all’interno del museo. «Marconi per primo ha esplicitato quello che oggi è un assunto comune: la comunicazione non avviene solo tra persone, ma anche attraverso macchine». La priorità dell’inventore bolognese era trovare una modalità di comunicazione che attraversasse lo spazio e il tempo senza bisogno di supporti fisici deperibili come i cavi del telegrafo. Oggi si direbbe che Marconi è il padre della connessione wireless. La sua innovazione principale consiste nell’introduzione dell’antenna trasmittente che permise di trasmettere il segnale attraverso onde magnetiche via aria.
Ed ecco cambiare la storia della tecnologia e della società, ma soprattutto ecco iniziare l’incredibile percorso personale e professionale di Guglielmo Marconi. La prima stazione del radiotelegrafo senza fili fu installata nel 1901 sulle isole Hawaii. I primi impieghi furono in ambito navale, ma presto fu evidente anche sulla terraferma che il segnale sonoro era un tipo di trasmissione più efficiente rispetto alla telescrivente.
Presto la società di Marconi ebbe sedi in tutto il mondo.
Inizialmente scettico rispetto alla possibilità al broadcasting, quindi a quella che è più propriamente la radio, l’inventore bolognese si convinse ad attivarla solo dopo. Nel 1919, dalla riorganizzazione della «Marconi Wireless Telegraph Company of America», sorse RCA, la «Radio Corporation of America». Lo stesso avvenne oltreoceano, dove nel 1922 nacque la BBC, «British Broadcasting Corporation», frutto della cooperazione tra il Regno Unito e la società radiotelegrafica di Marconi. Dopo un paio d’anni anche lo Stato italiano, sotto il regime fascista, non volle essere da meno e si dotò di un’emittente nazionale sotto l’egida dell’imprenditore, già orgoglio patrio per premio Nobel nel 1919.
La biografia di Marconi è il racconto di un uomo che ha sempre avuto a che fare con il potere, capace di creare un impero, diffonderlo, mantenerlo e dominarlo, rimbalzando in giro per il mondo come si muovesse anche lui attraverso l’aria. Una figura poliedrica, «consapevole del fascino e del carisma che lo caratterizzava, Marconi lasciava che le leggende su di lui fiorissero, senza mai smentirle, andando anzi ad alimentare l’aura di celebrità e successo che lo precedeva, in giro per i cinque continenti», commenta Casonato. Il suo metodo di approccio alla ricerca non era accademico, bensì molto basato sull’esperienza: procedeva per tentativi. «Cosa che non coincide in nessun modo con la leggenda che fosse un autodidatta», puntualizza la curatrice. Guglielmo Marconi è stato un uomo eclettico, ambizioso, competente, ma soprattutto capace di avere una chiara visione di quello che voleva: Marconi voleva creare ciò che ancora non c’era.
Il suo genio inventivo è proceduto di pari passo con il fiuto imprenditoriale. «Per la capacità di influenzare il sistema politico globale, se fosse vissuto oggi probabilmente Guglielmo Marconi sarebbe il nostro Elon Musk. Oppure possiamo paragonarlo a Steve Jobs, per la rivoluzionarietà della tecnologia che ha introdotto e per averla proposta attraverso un sistema operativo ed economico integrato», chiosa Simona Casonato al termine della visita guidata tra gli apparecchi d’epoca. A vederli sembrano così antiquati e obsoleti. In realtà, in quelle grosse scatole si trova il primo atto della costituzione del mondo attuale, impalpabile e iperconnesso, innervato sulle comunicazioni a distanza: un oltre che non si vede ma che c’è. E che Marconi aveva saputo intuire per primo.