Uno scatto, un’istantanea, un ricordo da fissare per sempre. È questa la difficile missione inseguita e portata a compimento con successo dall’agenzia fotogiornalistica Parallelozero, che ha allestito una mostra fotografica dal titolo “Covidiaries”, che racconta i due anni di pandemia.,  all’interno della  Fabbrica del Vapore in via Procaccini a Milano. Non è solo una mostra fotografica ma è molto di più: è un percorso guidato che, fotogramma per fotogramma, ci accompagna per mano nel passato per avere più consapevolezza nel futuro.

Il fotografo Alessandro Gandolfi di “Parallelo Zero”: “Abbiamo allestito una “scatola dei ricordi” dove ognuno di noi può pescare immagini, ricordi e sensazioni”.

Nell’esprimere l’essenza di Covidiaries, il sorriso stampato sul volto di Alessandro Gandolfi, co-founder di Parallelozero e fotogiornalista “in prima linea”, lascia intendere tutta la soddisfazione e l’orgoglio di chi sa di aver raccontato qualcosa di unico e indelebile. Un progetto che è fatto di foto, istanti, sguardi, ma anche di tappe e difficoltà che hanno toccato ogni angolo della nostra vita.

Quella di Alessandro e di Parallelozero è un’idea di ampio respiro, che nasce dall’esigenza di raccogliere una serie di fotografie che, una volta acquistate e pubblicate da testate nazionali e internazionali, rischiavano di finire nel dimenticatoio. La mostra non racconta solo i primi mesi di pandemia, che tutti ricordiamo perché inediti, ma c’è molto di più: dalle riapertura all’inizio della campagna vaccinale, dall’impatto economico su varie classi sociali alla situazione dei giovani, spesso costretti a stare in casa, immersi nella solitudine.

Covidiaries fornisce una lettura trasversale della pandemia, grazie anche alla creazione di un portale dedicato che alterna istantanee e video, ma anche infografiche dinamiche e interattive. Una via alternativa per discostarsi dal caos mediatico di tv e social e per tornare alla radice del tema. Storie di donne e di uomini figli del Covid che prendono il sopravvento su polemiche, urla e litigi da talk show.

“Il segnale che volevamo dare era che, soprattutto nei primi mesi di lockdown in cui si è parlato tanto di morte, la vita andava avanti comunque”.

Alessandro rivela che il tema della maternità è stato quello più emozionante e significativo. Attraverso la sua macchina fotografica, ha potuto avvicinarsi ad alcune donne partorienti in piena emergenza pandemica. Segni di vita autentici e carichi di speranza, in attesa di fotografare un futuro migliore.