Lo scorso 28 aprile ChatGPT, il chatbot sviluppato da OpenAI, ha fatto ritorno in Italia aprendo la strada a una fase di distensione tra l’azienda e i regolatori della privacy nel mondo. L’adesione di OpenAI alle politiche italiane sulla protezione dei dati personali, non riguarda solo gli utenti italiani, ma si estende anche ai clienti globali, garantendo all’azienda un vantaggio regolatorio e tecnologico.

Tra le nuove funzionalità implementate dopo il blocco c’è la modalità incognito che, se attivata, impedisce a OpenAI di utilizzare la cronologia delle conversazioni per allenare il modello linguistico di ChatGPT.

Il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha dichiarato che l’allenamento dei grandi modelli linguistici utilizzati da ChatGPT rappresenta una sfida, in quanto i testi necessari sono spesso costosi e difficili da trovare. Tuttavia, la risoluzione delle questioni sulla privacy rappresenta un passo avanti significativo per l’azienda. In particolare, l’adozione delle politiche di protezione dei dati personali le conferisce la credibilità necessaria per mantenere la propria posizione di leader nel settore dell’intelligenza artificiale.

L’adesione alle normative sulla privacy, in particolare al General Data Protection Regulation (GDPR) sancito dall’UE, ha fatto scuola in tutto il mondo e l’adozione di tali politiche rappresenta un vantaggio strategico per OpenAI. Le normative sulla privacy variano, infatti, di Stato in Stato e l’adesione a quelle dell’Unione europea rappresenta un’importante garanzia per gli utenti in tutto il mondo.

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