La prima vittoria in un Master 1000 è rimandata. Come nel 2021, la finale del torneo di Miami si rivela amara per Jannik Sinner. Il tennista italiano si arrende a Daniil Medvedev col punteggio di 75 63 e dovrà aspettare ancora prima di poter alzare il suo primo titolo importante. Una finale mai praticamente in discussione, con il russo che si è dimostrato superiore sia a livello tattico che a livello fisico. E soprattutto Medvedev si conferma autentico tabù per Sinner: con questa sono 6 vittorie su 6 sfide giocate contro il rivale altoatesino.
La partita, come detto, non ha molto da raccontare. Fin dai primi game Sinner, appare fisicamente scarico e tiene a fatica i propri turni di battuta. Il russo da parte sua inizia a tessere la propria tela, caratterizzata da scambi lunghi e colpi sulle righe: una tattica che ancora una volta manda in difficoltà il 21enne italiano. Paradossalmente però il primo break dell’incontro lo mette a segno Sinner nel quinto gioco, sfruttando un calo al servizio del rivale. Ma l’illusione dura poco e Medvedev pareggia i conti al game successivo. Da lì di fatto la finale diventa un monologo del 27enne di Mosca, che si aggiudica il primo parziale strappando ancora il servizio a Sinner nel dodicesimo gioco. Nel secondo set, un Sinner sempre più affaticato cede la battuta per due volte consecutive e la gara si trascina senza più sussulti fino al 63 conclusivo che regala a Medvedev il primo titolo a Miami e il quinto 1000 in carriera. Per il russo questo 2023 continua ad essere ricco di soddisfazioni: da febbraio ha conquistato quattro tornei dei cinque giocati e ha vinto 25 partite su 26.
Sinner sta migliora giorno dopo giorno ma la sensazione è che manchi qualcosa per vincere i tornei davvero importanti: tenuta fisica e servizio sono ancora da perfezionare.
Per quanto riguarda Sinner è d’obbligo sottolineare comunque l’ottimo torneo disputato in Florida dove, in semifinale, ha battuto in rimonta il numero 1 del ranking Carlos Alcaraz. E ciò si unisce alle altre eccellenti prestazioni offerte negli ultimi mesi tra il 1000 di Indian Wells (sconfitta in semifinale con Alcaraz), il 500 di Rotterdam (sconfitta in finale sempre con Medvedev), il 250 di Montpellier (vittoria finale) e lo Slam in Australia (amara sconfitta in cinque set contro Tsitsipas agli ottavi). Resta però la sensazione che a Jannik, nonostante i progressi continui mostrati, manchi ancora qualcosa sia a livello di resistenza fisica che a livello tecnico inteso soprattutto in un servizio più costante ed efficace. Sinner è tornato al numero 9 della classifica (suo Best Ranking fino ad ora) e ha dimostrato di poter battere, a volte, alcuni dei suoi migliori avversari. Ma per vincere i grandi tornei serve iniziare a farlo con continuità.
In campo femminile, invece, c’è da segnalare un gradito ritorno. Petra Kvitova, talentuosa tennista ceca, torna a vincere un torneo prestigioso, il trentesimo della sua carriera su quarantuno finali giocate, e da oggi è di nuovo tra le prime dieci giocatrici della classifica Wta. In finale ha battuto 7-6 6-2 la kazaka di passaporto Elena Rybakina, che due settimane fa ha trionfato nel torneo di Indian Wells.
Per quanto riguarda il tennis italiano non è certo tutto rose e fiori. Se Sinner è ormai una certezza, pronto a giocarsela con tutti, gli altri azzurri stanno facendo più fatica. A Miami ha disputato un buon torneo anche Sonego. Il torinese ha raggiunto gli ottavi, dopo aver superato Thiem, Evans e Tiafoe, ma si è arreso all’argentino Cerundolo, che sulle coste della Florida si risveglia dal torpore e diventa sempre pericoloso. Continua, invece, il periodo no di Musetti e Berrettini. Il tennista romano è sembrato più in condizione rispetto ad Indian Wells, però la forma fisica non è ancora delle migliori perché gli infortuni pesano. La sconfitta all’esordio contro l’americano McDonald, giocatore solido, ma comunque modesto, è l’ennesimo campanello d’allarme di un’annata storta: in questo 2023 le vittorie di Berrettini si contano sulle dita di una mano. Ora inizia la stagione sulla terra battuta e l’azzurro non ha punti da difendere perché lo scorso anno era infortunato. Se ritrova la condizione, l’occasione per risalire in classifica è ghiotta. Anche Musetti spera di ritrovarsi sulla sua amata terra rossa. Gli ultimi mesi non hanno evidenziato i progressi che tutti si aspettavano e il ritorno sulla sua superficie preferita può essere l’occasione giusta per cercare di migliorare ancora il proprio best ranking.
Chi gode, invece, di buona salute è il movimento femminile. Se il periodo d’oro di Pennetta, Schiavone, Errani e Vinci appartiene al passato, questa settimana abbiamo comunque sei azzurre tra le prime cento della classifica. La nostra numero uno, Martina Trevisan, ha raggiunto i quarti di finale a Miami, prima volta per lei in un torneo sul cemento, ed è in crescita. Adesso si vola sulla terra europea. È il momento di salutare il cemento americano, è il momento di sporcarsi scarpe e calzini.