«Sveglia alle cinque e mezza del mattino, prendo tutte le terapie per il mio problema al cuore. Poi chiamo l’altro volontario, ce ne andiamo al bar, guardiamo la tabella e partiamo». La giornata tipo del signor Fausto inizia così. «Da quando sono andato in pensione non sapevo più cosa fare, e invece di stare tutto il giorno al bar sono venuto qua all’Anteas. Qui c’era un corso di computer e siccome sono appassionato di informatica e di elettronica mi sono proposto, offrendo il mio aiuto per fare riparazioni. Quando hai la passione riesci a fare tutto». L’Anteas – Associazione Nazionale Tutte le Età Attive per la Solidarietà – è un’organizzazione che opera con sedi dislocate in tutta Italia con l’obiettivo di “andare incontro” alle persone e alle loro esigenze. In particolare, quella di Milano è nata nel 1997 per volontà della FNP, il sindacato dei pensionati della CISL e poggia su un’ottica che crede nel valore continuo dell’individuo come risorsa e, per questo, mira a coinvolgere pensionati e anziani in attività solidali e di utilità sociale.
Fausto Marcia, ha 74 anni e, nonostante le origini sanremesi, vive a Milano dal 1978 dove ha sempre coltivato la sua grande passione per l’elettronica, Fa parte di Anteas dal 2018, quando ha iniziato a svolgere anche un servizio di accompagnamento come autista. Quattro macchine per rispondere alle richieste di tutti gli anziani che, sul territorio milanese, esprimono la propria richiesta di aiuto soprattutto per svolgere controlli medici: «Loro ci chiamano e noi cerchiamo di fare qualcosa. Molti, per esempio, hanno bisogno di aiuto con i documenti per fare l’accettazione, allora noi li accompagniamo. Abbiamo un cartellino – ecco, vedete, questo qui – con cui ci fanno entrare. Quando arriva una chiamata mi dispiace dire di no, se possibile cerco sempre di dare una mano – racconta, con l’espressione di chi non ama stare fermo, il signor Fausto –. Però, poi, quando li vedi sorridere sei ripagato, perché è una soddisfazione».
«Quando arriva una chiamata mi dispiace dire di no, se possibile cerco sempre di dare una mano – racconta Fausto –. Però, poi, quando li vedi sorridere sei ripagato, perché è una soddisfazione».
Ci spiega che a Milano esistono molte onlus e che il volontariato funziona bene, perché è ramificato e dotato di agevolazioni – la loro associazione si alimenta con i fondi derivanti dal 5×1000 e gode, per esempio, del permesso Ztl – ma ci dice anche che servirebbero più mezzi. «Sicuramente il Comune dovrebbe darci più automezzi, per poter portare un maggior numero di persone. Se ci aiutassero un po’ di più, anche noi potremmo fare più cose – spiega –. Siamo solo una ventina di volontari attivi e le persone bisognose sono numerose, spesso otto o nove in un giorno. Alcune volte ho così tanti viaggi da fare che una volta mi stavo dimenticando qualcuno per la strada, ma ovviamente poi li ho recuperati. Ci vorrebbero tante macchine e anche molti autisti, ma il problema è che oggi nessuno vuole fare il volontario». Mentre Fausto approfondisce questo tema spinoso, ci raggiunge Mario Micheli, altro volontario di Anteas che sottolinea l’importanza di una caratteristica fondamentale per svolgere questa attività: «Alla fine non importa di che partito politico sei, l’unica cosa che conta è la sensibilità. Solo chi ce l’ha si spende veramente per dare una mano concreta alle associazioni come la nostra».
L’appello di Fausto al Comune di Milano e ai cittadini: «Anteas ha bisogno di più automezzi, per il servizio di trasporto, ma anche di un maggior numero di volontari. Siamo sempre di meno».
In generale, il contributo di Fausto, per quanto riguarda la cittadinanza attiva, non si limita al “servizio di trasporto”: in collaborazione con gli “Angeli del mondo” distribuisce viveri a chi è in difficoltà e, adesso, in vista del Natale, anche pacchi. E soprattutto ha fatto del suo hobby per l’elettronica una fonte di aiuto: a lui è delegata la cura del sito dell’associazione, attraverso cui è possibile gestire prenotazioni e disponibilità.
«Io vivo da solo, ma in casa non ci sto praticamente mai. L’altro giorno, per esempio, siamo andati a Rho, dove gestiamo uno spazio in cui ci sono circa una cinquantina di persone anziane. Era un momento di festa e c’erano quattro signore in carrozzella. Allora io ho chiesto loro: “Volete ballare?”». Bizzarro e forse pure un po’ difficile da immaginare: anziane in carrozzella che danzano. Eppure, «quando hai passione riesci a fare tutto», ripete ancora. E sorride.