Perché su Instagram non funziona più la musica? Negli ultimi giorni è questa la domanda più digitata su tutti i motori di ricerca italiani. La risposta è semplice: dopo la scadenza delle licenze, risalente allo scorso 20 gennaio, Siae e Meta non hanno trovato un accordo.
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Ma proviamo a fare chiarezza. Nei giorni scorsi l’impresa statunitense Meta, holding di Facebook e Instagram, avrebbe dovuto stringere un nuovo accordo con la Società italiana degli autori e degli editori per il rinnovo delle licenze della musica italiana. Per “rinnovo delle licenze” si intende il compenso che Meta dovrebbe garantire ogni anno per poter utilizzare su Instagram e Facebook la musica degli artisti di cui la Siae si occupa.Ma l’accordo è saltato, così Meta ha rimosso dalla propria libreria musicale tutti i brani del repertorio della Siae. Nel comunicato stampa della società italiana di gestione dei diritti, uscito il 16 marzo, si legge: «Ci viene richiesto di accettare una proposta unilaterale di Meta, prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell’effettivo valore del repertorio. Tale posizione, unitamente al rifiuto di Meta di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo, è in evidente contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright».
In altre parole, la Siae sostiene che Meta sia restia a condividere i dati sui suoi guadagni economici per la riproduzione della musica. L’impresa americana, quindi, andrebbe contro il modello “revenue share” della Siae, basato sul fatturato e su una relazione trasparente dal punto di vista del business. Il direttore generale della Siae, Matteo Fedeli, ha spiegato: «Per noi conoscere quanto Meta guadagna è fondamentale per poter capire l’offerta che ci fanno». E ha poi concluso: «Se loro non condividono il quantum economico, noi non capiamo se una canzone ha generato più o meno soldi rispetto a un’altra».
La situazione sta mettendo a dura prova le piattaforme di Instagram e Facebook, ma a guadagnarci sembra essere TikTok. Il social network giapponese, infatti, è al momento l’unico attraverso cui gli artisti italiani possono continuare a pubblicizzare le loro canzoni.
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