Da un team tutto italiano nasce un nuovo social media che, al posto delle immagini e dei video, si basa sulla sola intensità vocale. LOUD – questo il nome scelto dai fondatori – è la prima app di podcasting collaborativo che consente agli iscritti di creare un filone narrativo solo con l’uso della voce. Basta creare un profilo, compreso di nome, foto e audio-biografia per creare e pubblicare i cosiddetti “louds”. Gli utenti possono registrare una nota vocale sui temi più disparati e categorizzarla attraverso gli hashtag più appropriati.
Gli altri iscritti, chiamati “louders”, possono decidere, a loro volta, di commentare i “loud” altrui con un’altra registrazione audio, dando così vita a una vera e propria catena, come accade nei social. Il risultato finale è un podcast collaborativo e continuativo: collaborativo perché tutti possono commentare e alimentare il dibattito; continuativo perché è possibile lasciare un commento quando si vuole e i “loud” compaiono in ordine cronologico.
LOUD si basa sul “voice sharing”, un settore in crescita da anni grazie alla peculiarità della voce di saper stabilire una relazione più umana. Non a caso, i settori del podcast e dell’audiolibro sono in continua espansione. «La voce non mente, è sempre credibile – afferma Alessandra Faustini, creatrice dell’app –. È un mezzo di comunicazione intimo che conferisce umanità alla comunicazione digitale». LOUD è anche democratica: la piattaforma dà voce ai pensieri che vengono collettivamente dal basso e li interseca in un coro.
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