Potremmo vivere un giorno all’interno di case progettate dall’intelligenza artificiale? La risposta è sì e, cosa più sorprendente, è già realtà. Oggi il mercato immobiliare può servirsi delle ultime tecnologie disponibili per ottimizzare tempi e risorse. Il problema principale a cui gli addetti ai lavori di tutto il mondo devono rispondere in modo rapido è la crescente richiesta di soluzioni abitative, possibilmente a prezzi accessibili. Nel caso di nuovi alloggi, l’aumento della domanda si scontra con i processi preliminari alla realizzazione, spesso complessi e dispendiosi. L’intelligenza artificiale arriva in loro soccorso grazie agli strumenti di progettazione e di rendering: la piattaforma Archistar.ai, ad esempio, aiuta i professionisti del settore immobiliare a trovare, valutare e progettare insediamenti abitativi, incrociando documenti governativi relativi ai permessi di costruzione. Al momento le funzionalità sono limitate alla sola Australia, ma, come spiegato dagli sviluppatori, è prevista un’espansione a livello internazionale. Software di grafica 3D, come Blender, utilizzati dagli architetti per progettare esterni e interni degli edifici sono, invece, gratuiti e accessibili a tutti.
I chatbot, come ChatGPT, oltre ad analizzare le tendenze del mercato e a fare previsioni sulle opportunità di investimento, possono essere utilizzati per elaborare in pochi istanti grandi set di dati. Analogamente, anche i potenziali clienti sono agevolati, perché possono interrogare l’intelligenza artificiale per trovare rapidamente la casa meglio rispondente alle loro richieste.
Nel settore immobiliare l’intelligenza artificiale viene applicata anche alla domotica. Per esempio, gli algoritmi predittivi possono anticipare eventuali malfunzionamenti dei sistemi collegati all’abitazione, pianificando interventi tempestivi di manutenzione che consentono di risparmiare tempo e denaro. Inoltre, con la diffusione degli assistenti vocali, è sempre più comune interagire con i dispositivi presenti all’interno della casa. Dave Limp, Vicepresidente Senior della Divisione Devices & Service di Amazon, ha spiegato a DDay.it che esiste una sostanziale differenza tra l’intelligenza generativa dei chatbot e il modo in cui lavora un’assistente: «Se una persona chiede ad Alexa di accendere le luci della sala da pranzo, un’IA generativa potrebbe pensare che si tratti della sala dove si pranza di solito e quindi accendere le luci della cucina». Per la maggior parte dei comandi, infatti, «Alexa ha bisogno di eseguire operazioni alla lettera, senza metterci troppa astrazione», aggiunge. Ma la strada è già tracciata: anche gli smart speaker diventeranno sempre più intelligenti.