Con oltre 19mila tossicodipendenti in cura, la Lombardia è oggi il primo mercato nazionale del traffico di stupefacenti. E proprio questa mattina, a Milano, le forze dell’ordine hanno emesso misure cautelari nei confronti di 14 persone accusate di spaccio. Le indagini sono state due: la prima, tenuta dal Nucleo Investigativo milanese, ha indagato su un gruppo di albanesi di Carugate dediti al traffico di cocaina; la seconda, in mano alla Compagnia Carabinieri di Abbiategrasso, ha portato all’arresto di alcuni egiziani accusati anche loro di spaccio.
Le indagini sono state due: la prima, tenuta dal Nucleo Investigativo milanese, ha indagato su un gruppo di albanesi di Carugate dediti al traffico di cocaina; la seconda, in mano alla Compagnia Carabinieri di Abbiategrasso, ha portato all’arresto di alcuni egiziani accusati anche loro di spaccio
LA PRIMA OPERAZIONE, A CARUGATE – Sembrava un appartamento, ma in realtà era una vera raffineria per la produzione e per il confezionamento di stupefacenti. Al suo interno, i carabinieri di Carugate hanno trovato 13 chili di droga e oltre 77mila euro in contanti, a cui si aggiungono i 160mila euro sequestrati stamattina dalle forze dell’ordine. Ad essere indagato è un gruppo di sette albanesi (di cui due arrestati), due marocchini e un rumeno. Nelle scorse ore è stato poi arrestato in flagranza ad Asti, con 75 grammi di cocaina, anche il fratello di uno degli spacciatori albanesi. Secondo quanto emerso dalle indagini, la droga doveva essere recapitata in varie provincie del Nord Italia tra cui Bergamo, Torino, Cremona, Monza e Brianza.
LA SECONDA OPERAZIONE, AD ABBIATEGRASSO – Questa mattina, ad Abbiategrasso, i carabinieri hanno emesso sette ordinanze di misura cautelare nei confronti di un gruppo di egiziani operativi nel traffico di stupefacenti. Cinque di loro sono stati arrestati, due si trovano agli arresti domiciliari e altri due sono irreperibili. La polizia ha trovato circa 200 grammi di cocaina e cento grammi di hashish.Secondo il tenente Minucci, il gruppo operava come un’associazione e gestiva un vero e proprio “mercato al dettaglio” di stupefacenti, reperendo pochi quantitativi di sostanze in base alle richieste. Minucci ha poi spiegato che i principali acquirenti sembrerebbero provenire dalla Milano sud e dalle provincie di Pavia e di Novara. Le indagini hanno confermato come gli spacciatori siano ricorsi alla violenza verso i tossicodipendenti inadempienti, con due tentativi di rapina e un’estorsione.