Inter, Roma e Fiorentina. Champions League, Europa League e Conference League. Il calcio italiano prenota un posto in ognuna delle tre finali europee. Era dal 1994 che l’Italia non mandava così avanti nelle coppe continentali tante squadre insieme. È presto per parlare di rinascita del movimento calcistico nostrano ma intanto è lecito sognare un clamoroso triplete. 31 maggio, 7 giugno e 10 giugno sono le tre date da cerchiare sul calendario. Le date delle finali. I giorni in cui si potrà provare a fare la storia.

Champions League: estasi Inter, domina i derby e vola a Istanbul

Dopo vent’anni è tempo di rivincita. L’Inter supera il Milan, vendica le sconfitte negli Euroderby del 2003 e del 2005 e soprattutto torna in finale di Champions League a distanza di tredici anni dall’ultima volta. Il 10 giugno, ad Istanbul, i nerazzurri sfideranno il Manchester City e proveranno a conquistare la loro quarta Champions.

Per quanto riguarda le semifinali, dopo aver chiuso con un netto 2-0 la gara di andata, l’Inter ha certificato la propria superiorità sui “cugini” anche al ritorno, vincendo 1-0. Gli uomini di Simone Inzaghi, spinti dal tifo degli oltre 75000 tifosi presenti a San Siro, hanno contenuto senza problemi i timidi tentatavi del Milan di riaprire la partita. I rossoneri hanno chiuso il match con un solo tiro in porta: troppo poco per pensare alla rimonta. Quasi tutti i “big” della squadra di Stefano Pioli hanno deluso. Giroud completamene isolato in attacco, Brahim Diaz poco concreto, Theo Hernandez scarico. Nemmeno il recupero in extremis di Leao ha dato gli effetti sperati: il portoghese, lontano dalla migliore condizione, ha sfiorato il gol a fine primo tempo ma per il resto è stato annullato dalla difesa avversaria. L’Inter invece, seppur senza dominare come all’andata, ha fatto valere la propria superiorità fisica e tecnica, soprattutto a centrocampo. E alla fine è stato Lautaro Martinez, uno dei simboli nerazzurri, il capitano, nonché miglior marcatore della squadra con 25 gol stagionali a regalare al popolo nerazzurro l’ultimo atto della più importante coppa continentale. In generale i nerazzurri, rispetto ai rivali, nella doppia sfida hanno mostrato più idee di gioco, una maggiore freschezza, una difesa estremamente più solida e anche maggiori soluzioni tra gli uomini in panchina.

Saranno settimane di tensione, ma anche di grande entusiasmo nel vivere un’attesa storica. L’antipasto sarà la finale di Europa League il 31 maggio a Budapest tra Roma e Siviglia. Poi toccherà a Fiorentina e West Ham per la finale di Conference del 7 giugno a Praga, prima del piatto forte, la sfida tra Manchester City e Inter che il 10 giugno a Istanbul incoronerà la regina d’Europa.

In finale per l’Inter non sarà facile: il Manchester City ha impressionato nella semifinale vinta battendo 4-0 i campioni in carica del Real Madrid. Gli inglesi non sembrano avere punti deboli e sono imbattuti in ogni competizione dal 5 febbraio scorso. Ma ci sarà tempo per pensarci: tra pochi giorni gli uomini di Inzaghi si giocheranno, da favoriti, la finale di Coppa Italia contro la Fiorentina. E con una Supercoppa Italiana già in bacheca e una qualificazione alla prossima Champions League praticamente certa, nel giro di venti giorni la stagione dei nerazzurri potrebbe diventare storica.

Per il Milan invece si chiude un percorso europeo comunque ottimo e inaspettato. Resta il fatto però che il 2023 ha riservato ai rossoneri pochi sorrisi e tante delusioni. Ora l’obiettivo, anzi l’obbligo, è quello di raggiungere la qualificazione alla Champions del prossimo anno. Ma non sarà facile: il quarto posto in campionato dista quattro punti con solo tre partite rimanenti da giocare. Tutto ciò al netto della possibile penalità che potrebbe essere inflitta alla Juventus, attualmente seconda in Serie A, per il caso plusvalenze.

 

Europa League: Roma trascinata da Mourinho, Juve con l’amaro in bocca

Non esiste partita più “mourinhana” di quella vista alla BayArena di Leverkusen. 23 tiri subiti a 1, gioco spezzettato, interruzioni continue e, nel dubbio, meglio spazzare il pallone lontano dalla propria porta. Un elogio alla vecchia scuola italiana, poggiata su due pilastri come difesa e contropiede. Lo 0-0 in terra tedesca premia i giallorossi, che si prenotano un posto in prima fila alla finale di Budapest dove, il 31 maggio, affronteranno l’espertissimo Siviglia. Gli spagnoli puntano a conquistare la settima Europa League, ma questa Roma può interrompere il dominio andaluso. Pellegrini e compagni avranno un bagaglio di esperienza più ricco dopo la Conference League conquistata lo scorso anno, ma il tallone d’Achille resta la poca ampiezza della rosa. Seconde linee non sempre all’altezza e infortuni che si accavallano dall’inizio della stagione – ultimi ma non meno importanti quelli di Celik e Spinazzola sulle fasce – rendono tutto più complicato, ma la tenacia romanista è linfa vitale trasmessa da Mourinho ai suoi giocatori.

Per le italiane è mancata solo la ciliegina sulla torta in queste semifinali e ci ha pensato proprio un ex romanista a rovinare la festa. La maledizione delle coppe europee continua a colpire la Juventus, che, dopo essere andata in vantaggio con Vlahovic, cede 2-1 ai supplementari. Decisivo il colpo di testa di Erik Lamela che regala la finale al Siviglia. I bianconeri pagano forse un po’ di inesperienza da parte di alcuni giovani lanciati – ottenendo comunque degli ottimi riscontri – da Massimiliano Allegri. Sfuma così la possibilità di giocarsi l’accesso diretto alla prossima Champions League, aspettando il verdetto sulla penalizzazione in campionato che potrebbe compromettere questa e la prossima stagione.

 

Conference League: Fiorentina in finale dopo 33 anni, ora sogna la doppietta

Sofferta, rincorsa, sudata e alla fine conquistata. La finale di Conference League avrà per la seconda volta consecutiva una protagonista italiana e la Fiorentina proverà a far restare la coppa in Italia, dopo il successo della Roma di un anno fa. La semifinale vinta 1-3 in trasferta contro il Basilea è  stata una partita infinita, durata oltre 130 minuti tra tempi regolamentari e supplementari e decisa quasi allo scadere dal sinistro di Barak, entrato dalla panchina. Una scelta azzeccata da parte di Vincenzo Italiano, il condottiero che al secondo anno sulla panchina viola centra non solo una finale europea che mancava dal 1990, ma ha la possibilità di vincere addirittura due trofei, qualora battesse l’Inter nella finale di Coppa Italia di mercoledì prossimo. Il 7 giugno invece ci sarà l’ultimo atto appunto della Conference: a Praga sarà sfida contro gli inglesi del West Ham.