Parzialmente falso / Matteo Salvini: «Il Recovery Fund è un prestito, come il MES».

Lo scorso 20 maggio il leader della Lega Matteo Salvini ha espresso ai microfoni di Radio Anch’io parere negativo, a nome proprio e del suo partito, riguardo il piano economico presentato alla stampa due giorni prima durante una conferenza congiunta tra il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel. La dichiarazione, rilanciata anche dal suo profilo Twitter, è la seguente:

 

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Una bocciatura annunciata già la sera prima, quando Salvini – ospite di Barbara Palombelli a Stasera Italia, su Rete 4 – aveva dichiarato quanto contenuto nel video di seguito.

<Qui il video di Salvini a Stasera Italia>

Andiamo al sodo:la dichiarazione del capo del primo partito d’opposizione è PARZIALMENTE FALSA in quanto semplifica una realtà dei fatti più complessa e sfaccettata. Infatti, secondo quanto riportato dal documento[1] rilasciato ai giornalisti a margine del vertice franco-tedesco,il progetto di Recovery Fund prevede uno stanziamento di risorse da attingere in parte dal bilancio comunitario, a cui l’Italia già contribuisce in maniera netta per il 14% – versando quindi più di quanto riceve, al terzo posto tra gli Stati membri dopo Germania e Francia. Gli stanziamenti annunciati da Merkel e Macron, inoltre, saranno versati sotto forma di trasferimenti netti – quindi in forma diretta, come nel caso dei fondi strutturali – a quegli Stati membri i cui effetti economici dovuti alla pandemia saranno risultati più pesanti e non secondo la quota di ricchezza nazionale, come avviene nel caso della contribuzione ordinaria. Una simile ponderazione consente agli Stati più colpiti di ricevere più di quanto dovranno versare, senza gravare sul debito pubblico.

La dichiarazione del leader del primo partito d’opposizione italiano Matteo Salvini è parzialmente falsa in quanto semplifica una realtà dei fatti più complessa e sfaccettata

Per cui, in concreto, il saldo netto è positivo:l’Italia dovrebbe ricevere 55 miliardi frutto della differenza tra i 125 miliardi previsti dal piano per il primo anno e i 70 di contribuzione ordinaria.

Per la restante parte,i finanziamenti previsti dal Recovery Fund immaginato da Francia e Germania andrebbero trovati:

  • attraverso l’emissione di titoli di credito[2] comuni sui mercati finanziari. I tassi d’interesse previsti supereranno di poco lo 0% (tra lo 0.1% e lo 0.5%). Inoltre, l’ente sovranazionale che emetterà i bond gode di una valutazione AAA da parte delle agenzie di rating. A comprare i titoli di credito, oltre agli Stati, ci sarà probabilmente anche la BCE e la scadenza degli aiuti avrà durata decennale;
  • mediante un’imposizione fiscale[3] a livello europeo (ad esempio, l’applicazione di una digital tax nei confronti delle multinazionali del web oppure di una carbon tax da far pagare a tutte le aziende responsabili di un certo numero di emissioni). Il passo successivo al varo del piano economico rivestirà quindi grande importanza politica perché potrebbe dotare le istituzioni europee di una capacità fiscale permanente a livello continentale, consentendo loro d’imporre e riscuotere tasse all’interno dei propri confini.

Non si sa ancora come verrà ripartito l’ammontare del contributo chiesto agli Stati per ripagare il finanziamento nel caso in cui, pur in presenza della volontà politica di creare una fiscalità comune, l’operazione non andasse in porto.

Quanto alle condizionalità, esse non mancheranno – in quantonel documento franco-tedesco si parla dell’attuazione di «sound economic policies» (politiche economiche di stabilità) e di riforme strutturali, a prescindere dalle pressioni esercitate dai Paesi nordici (Austria, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia).

Tempistiche: il piano diventerà operativo a partire dal 1° gennaio 2021. La garanzia infatti è legata all’approvazione del Multiannual Financial Framework 2021-2027 (il quadro finanziario pluriennale previsto dai Trattati all’art. 122 c. 2), strumento di bilancio all’interno del quale il Recovery Fund trova posto. Il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha insistito nei giorni scorsi affinché sia tutto pronto per metà settembre[4] 2020, ma in tal caso servirebbe uno schema ponte, opzione gradita all’Italia.Molto dipenderà da quando il piano sarà approvato: a fine giugno è previsto un Consiglio Europeo, poi la palla passerà all’Eurogruppo e infine al voto del Parlamento Europeo, dove le misure dovrebbero essere approvate a larga maggioranza. La Commissione giocherà un ruolo centrale nella definizione del piano, integrando il progetto franco-tedesco con altri provvedimenti e cercando un compromesso tra gli interessi degli attori nazionali in campo.

In conclusione, secondo la proposta franco-tedesca commentata da Salvini, l’Italia dovrà senz’altro prender parte al finanziamento del bilancio europeo e di questo fondo ad esso integrato, ma – come già detto – pare pretestuoso irrigidirsi sul concetto di prestito. Affermazioni di tale natura rischiano di rappresentare una scommessa al ribasso fatta passare in partenza come certezza, senza che ancora si conosca se, quando e come nasceranno e a quanto ammonteranno le tasse a livello comunitario, entrate che potrebbero garantire all’Unione Europea risorse notevoli e consentire agli Stati membri di uscire sollevati dalla restituzione dei fondi.In un’ottica euroscettica la Lega sembra impegnata a cavalcare l’onda della recente risposta positiva dei risparmiatori all’ultima asta dei Btp Italia, affermando provocatoriamente come il nostro Paese sia in grado di risollevarsi facendo leva solo sulle proprie forze e come quest’ultima ipotesi sia di gran lunga preferibile agli aiuti europei.

 

[1] https://www.bundesregierung.de/resource/blob/975226/1753772/414a4b5a1ca91d4f7146eeb2b39ee72b/2020-05-18-deutsch-franzoesischer-erklaerung-eng-data.pdf?download=1

[2] https://www.ilsole24ore.com/art/per-finanziare-recovery-fund-serviranno-eurobond-ADTJ4JM

[3] https://www.corriere.it/esteri/20_maggio_19/recovery-fund-l-idea-un-fisco-comune-finanziare-patto-merkel-macron-d2acfdae-9a0c-11ea-b9f2-25b3e76a2ab9.shtml

[4] https://www.politico.eu/article/gentiloni-a-e1-5t-eu-recovery-fund-should-be-ready-by-mid-september/