La Cooperativa Sociale del Giambellino svolge il suo lavoro molto spesso lontano dalle luci della ribalta. Molta sostanza, poche chiacchiere. «Un impegno costante dedicato al reinserimento dei tossicodipendenti, al sostegno ai minori e ai giovani in situazioni di particolari difficoltà» dice Riccardo Farina, presidente dell’associazione. «La Civica Benemerenza, che abbiamo ricevuto il 7 dicembre a palazzo Marino, è sicuramente un riconoscimento importante».
Quando e come nasce la Cooperativa?
Nel 1979, per iniziativa di don Renato Rebuzzini e di altri volontari del quartiere. Nei primi anni ci siamo occupati quasi esclusivamente di emarginazione giovanile e di disagio sociale. Nel periodo successivo, fino ad arrivare ai giorni nostri, abbiamo ampliato la struttura ed il nostro settore operativo, diventando una realtà importante all’interno del quartiere.
Il Giambellino di allora era un’area sicuramente problematica…
Era sicuramente una delle zone di Milano più ‘arretrate’ sotto diversi punti di vista. Rispetto ad altri quartieri non erano stati fatti gli interventi necessari nel periodo del boom economico. Il disagio degli abitanti era percepibile.
E adesso?
Si può dire che la situazione con il passare degli anni è andata migliorando, anche se di strada da fare ce n’è comunque ancora molta. Con un po’ di orgoglio posso dire che un ruolo chiave nello sviluppo l’abbiamo avuto anche noi.
La Civica Benemerenza può essere quindi un premio non solo per voi, ma per tutto il Giambellino?
Certamente. Ma ci tengo a sottolineare comunque l’impegno profuso ogni giorno dai professionisti, dai collaboratori e dai volontari della Cooperativa. L’occasione per ricevere il premio è ideale: nel 2015 abbiamo celebrato i 30 anni dall’apertura del nostro centro diurno.
E Milano invece, quanto si impegna per gli ultimi?
Credo che la città sia sempre stata e sempre sarà una fabbrica di idee e di carità verso i bisognosi. A volte associazioni come le nostre sono state aiutate di più, altre di meno. Con l’amministrazione Pisapia abbiamo avuto sin da subito un ottimo rapporto.
Quali sono gli obiettivi della vostra Cooperativa per il futuro?
Vogliamo rimanere sulla stessa linea operativa, mantenendo una grande attenzione nei confronti della persona in quanto tale. Spesso al giorno d’oggi si tende a ‘sanitarizzare’ in maniera eccessiva chi ha bisogno di aiuto, correndo il rischio di sminuirne connotazione umana e sociale. E noi, questo, non vogliamo certo farlo.