Per i tifosi, il calciomercato rappresenta il periodo più fantasioso dell’anno, perché sognare un grande giocatore con addosso la maglia della propria squadra del cuore non costa nulla. Questa sessione invernale, però, ha regalato solo illusioni (poche) e rimpianti. Gli unici botti di mercato sono arrivati all’estero, ma l’Italia non è la sola ad aver puntato sul risparmio. Solo i club inglesi hanno messo mano al portafoglio, permettendosi di non badare a spese e confermando la Premier League come il campionato più ricco e attraente del mondo calcistico.
Ma c’è una squadra che più di tutte ha rivoluzionato la propria rosa, spendendo più di 300 milioni di euro. È il Chelsea del nuovo proprietario Todd Boehly, che la scorsa estate aveva prelevato la società dal magnate russo Roman Abramovich. Presidente diverso, stessa abitudine: acquistare campioni e giovani promesse, se necessario anche a cifre elevatissime. Ultimo in ordine cronologico il centrocampista Enzo Fernandez, che arriva dal Benfica per 121 milioni – record di sempre per la Premier League – sull’onda del trionfo argentino al Mondiale in Qatar, dove è stato eletto miglior giovane. I londinesi chiudono questa sessione di mercato nello stesso modo in cui l’avevano aperta. Nei primi giorni di gennaio era arrivato il classe 2001 Mykhaylo Mudryk, ucraino pagato 70 milioni (più eventuali bonus legati alle sue prestazioni) che si candida a diventare uno dei campioni del futuro. Nel mezzo, la cessione di Jorginho ai rivali dell’Arsenal e altri investimenti importanti, come la scommessa João Felix, talento in cerca di riscatto dopo un periodo negativo all’Atletico Madrid.
La Premier League si conferma il campionato più ricco e attraente del mondo. Solo in questa sessione, i club inglesi hanno speso 660 milioni di euro. In Italia se ne sono spesi solo 29, in Francia 117. Un dato che conferma il divario tecnico ed economico tra l’Inghilterra e gli altri principali campionati europei.
L’esborso del Chelsea ha contribuito a rendere il campionato inglese il più “spendaccione” di gennaio. Dei venti acquisti più cari della sessione, diciotto sono stati fatti proprio da squadre di Premier League e dalle casse dei club inglesi sono usciti ben 660 milioni di euro. Il confronto con i principali campionati europei è impietoso, soprattutto se si pensa che la seconda lega che ha speso di più è quella francese, con quasi 118 milioni.
La Serie A – che ha speso poco meno di 29 milioni – conferma il suo periodo di crisi e le società italiane hanno pensato prima di tutto a vendere più che a comprare. Il Napoli è l’unica che ha potuto permettersi di fare qualche piccolo ritocco – Bereszynski e Gollini, due riserve affidabili – a una rosa già solidissima e lanciata verso l’obiettivo Scudetto. La Juventus è travolta dalle vicende extracalcistiche e vista la penalizzazione in classifica, non ha più nulla da chiedere a questa stagione. Milan e Inter sono rimaste a guardare, anche se i nerazzurri vedranno partire il leader difensivo Skriniar, che a giugno si trasferirà al Paris Saint-Germain. Per i top club di Serie A questo calciomercato invernale verrà archiviato e dimenticato in fretta.
C’è però un caso che ha infiammato gli ultimi giorni di mercato ed è quello di Nicolò Zaniolo, passato in pochi mesi da eroe di Roma a separato in casa, dato che resterà nella capitale con il rischio di non vedere più il campo fino a fine stagione. Il Bournemouth, che attualmente si trova al terzultimo posto in Inghilterra, aveva offerto 30 milioni per il talento italiano. Un po’ come se a parti invertite il Verona avesse offerto la stessa somma per uno dei giocatori più rappresentativi della nazionale inglese. Pura utopia. Zaniolo ha rifiutato il trasferimento, ma la sua situazione è l’emblema del divario economico che continua ad allargarsi tra Italia e Inghilterra.