“Brucia tutto vuole essere la fotografia di un presente che immaginavamo luminoso. Adesso andiamo a fuoco con ciò che ci circonda e vogliamo capire perché. Il cinema, le serie e il teatro possono aiutarci a danzare tra le fiamme?” È stata questa la domanda che ha fatto scattare la scintilla del nono numero di Birdmen Magazine. Un tentativo di risposta prende forma al suo interno: 112 pagine, 32 articoli, decine di illustrazioni originali e le voci di cento giovani redattori da tutta Italia.
La rivista indipendente è nata nel 2015 e ogni giorno pubblica articoli e contenuti online. Tra il 2016 e il 2020 ha realizzato otto numeri cartacei e, dal 28 novembre, tornerà in tutte le librerie, online e fisiche, con una nuova puntata dall’intento “incendiario”. Un traguardo dovuto in parte alle condizioni imposte da un sistema editoriale non troppo disponibile nei confronti delle riviste, ma anche dalla maturità di un periodico consapevole dei propri tempi e risorse.
«Una rivista come quella di Birdmen, che ha un’idea divulgativa della critica cinematografica, può mettere a fuoco, con un gioco di parole» – spiega il vicedirettore della testata, Demetrio Marra – «Il Brucia tutto ammicca a questo: all’idea di una rivista che vuole cambiare, almeno a livello di immaginario, il contemporaneo. Nonostante siamo consapevoli dei limiti di questa operazione».
Attraverso una struttura interna quadripartita tra cinema, teatro, serie e décadrage, il tentativo è quello di ragionare in modo serio sulle criticità del contemporaneo, a partire da prodotti audiovisivi. Dal problema della medialità al futuro del cinema, alla sostenibilità del digitale; dalla corporeità, alla lotta contro il patriarcato, all’incapacità della serialità italiana di descrivere a fondo la comunità LGBTQIA+: una fotografia che indaga il nostro presente e le sue rappresentazioni. Ogni categoria è poi chiusa da una sottosezione intitolata “Scenari” che, contraddistinta dal colore rosso, segnala quattro realtà interessanti per ciascun ambito. «Con criticità del contemporaneo intendiamo non soltanto gli aspetti più “superficiali”, cioè i grandi temi al centro del dibattito quotidiano, come la guerra, l’ecologia o le lotte delle comunità LGBTQIA+ – continua Marra –. Ma c’è anche il problema del lavoro, del disattivismo e dell’attivismo, e c’è la voglia di agire».
L’incendio a cui Birdmen allude non è però soltanto quello distruttivo che si limita a evidenziare le criticità, ma quello propositivo di far scaturire dalle fiamme una rinascita. Ponendo domande costruttive e invitando ad una lettura che possa dare significato a quanto sta accadendo. Come si legge nell’editoriale inaugurale di Federica Scaglione: “Uno dei tanti ossimori di Brucia tutto è che vorrebbe essere un urlo a cui segue la riflessione lucida.”