Nel vasto panorama dell’informazione, l’intelligenza artificiale è un faro che illumina un mare di dati e opportunità. Sebbene per molti l’IA possa ancora apparire come una scatola nera, avvolta da un alone di mistero e timore, è innegabile che, con gli strumenti giusti e una visione chiara, possa rivelarsi una grande risorsa. In nessun altro campo questa affermazione è più vera che nel giornalismo. Qui, l’IA si erge come un potente alleato per giornalisti, editori, fotoreporter e comunicatori, offrendo strumenti capaci di combattere la disinformazione e di ampliare il potenziale della narrazione giornalistica.
L’evento Artificially Informed, curato da Alberto Puliafito, direttore di Slow News, ha gettato luce su questo scenario, riunendo esperti da tutto il mondo per esplorare le possibilità offerte dall’IA nel contesto giornalistico. Da Aaron Pilhofer a Meghan Murphy e Nikita Roy, le voci autorevoli del settore hanno condiviso conoscenze, esperienze e prospettive, evidenziando come l’IA stia già trasformando il modo in cui le notizie vengono raccolte, elaborate e presentate al pubblico. Attraverso una serie di casi studio e esempi concreti, è emerso un quadro completo quanto complesso di un’industria in continua evoluzione, guidata dalla ricerca di nuovi modi per servire e coinvolgere il pubblico.
Aron Pilhofer: Innovazione in redazione
Aron Pilhofer è Chief Product Officer presso la Star Tribune Media Company, la più grande società di media del Minnesota. È cofondatore e copresidente dei Sigma Awards, un concorso internazionale di data journalism e redattore esecutivo della sezione Digital ma anche Chief Digital Officer al Guardian di Londra, redattore capo associato per la strategia digitale e redattore di Interactive News al New York Times. Pilhofer ha co-fondato due startup: DocumentCloud.org, per facilitare l’accesso e l’analisi dei documenti originali, e Hacks & Hackers, un’organizzazione che riunisce giornalisti e esperti in tecnologia
Ad Artificiali Informed Aron Pilhofer è partito dal nido dell’informazione: la redazione. «Tutto il lavoro che ho cercato di fare riguarda i modelli di business che mostrano dove stiamo andando come settore. È fondamentale costruire questi modelli specifici per il lavoro redazionale, soprattutto a livello locale» ha spiegato Pilhofer. «Noi abbiamo risorse adeguate, siamo al centro di progetti trasformativi con l’IA che occupa una posizione centrale. Stiamo cercando di portare la tecnologia nel mainstream delle redazioni locali per supportare efficacemente il nostro lavoro». Le novità, secondo Pilhofer, possono creare confusione, soprattutto nelle realtà più piccole: «Possono costringere a reagire continuamente alle ultime tendenze, rendendo difficile capire cosa ignorare e a cosa prestare attenzione». «L’innovazione tecnologica può sopraffare: un esempio è stato l’uso della blockchain e della realtà aumentata. Il settore giornalistico ha avuto un buon inizio con l’IA, ma ci sono stati anche errori» ha spiegato il giornalista facendo riferimento ad un grave errore commesso da una rispettata rivista sportiva: «Lo scorso anno Sports Illustrated, ha pubblicato storie generate da IA con foto di persone inesistenti. Questo è stato un momento particolare per la sperimentazione con l’IA e ovviamente loro non sono stati gli unici a commettere questo sbaglio. Pubblicare contenuti generati da IA senza adeguati controlli è molto grave». «La generazione dei contenuti AI è probabilmente l’aspetto di cui si parla di più, ma penso che nel lungo termine ci siano applicazioni ancora migliori. Un altro punto critico è la risposta del nostro settore alle nuove tecnologie. Ad esempio, il New York Times ha denunciato OpenAI per uso improprio di copyright dopo solo un anno di utilizzo di ChatGPT. È una situazione simile a quella vissuta con Google e Facebook. Attualmente, non sappiamo in che direzione stia andando questa tecnologia o chi emergerà come leader. A marzo di quest’anno, Claude, un altro modello linguistico, stava superando OpenAI su molte metriche, dimostrando che il campo è ancora aperto e in evoluzione».
Nel suo approccio alla GenAI, Pilhofer ha gestito un progetto negli ultimi sei mesi per esplorare i suoi utilizzi e sviluppare strumenti interni che possano essere vantaggiosi per le redazioni. Tra i punti chiave, sottolinea la necessità di un investimento interno da parte della redazione, oltre a dare priorità alla formazione nel settore: «Aiutare i giornalisti a comprendere cosa possono e non possono fare con la tecnologia è cruciale. I giornalisti hanno un rapporto complesso con la tecnologia, vedendola spesso come magia o spazzatura, senza vie di mezzo. È importante aiutarli a capire che la tecnologia non è perfetta, ma quando funziona, è un acceleratore potente».
Un esempio pratico utile alle redazioni è la creazione di newsletter settimanali che includano una sezione chiamata “archivi”, dove la GenAI seleziona storie interessanti risparmiando tempo ai giornalisti: «Abbiamo anche sviluppato Starlet, un chatbot interno che utilizza la generazione aumentata per riprendere testi dagli archivi e fornire riferimenti pertinenti».
Meghan Murphy: AI nel digital journalism
Meghan Murphy è una figura chiave nell’ambito della community e dei media, crea programmi e iniziative per l’ONA, la Online News Association, la più grande organizzazione non profit dedicata al giornalismo digitale.
Murphy guida attività che portano al sito web dell’ONA diverse opportunità di formazione legate all’intelligenza artificiale. Tra queste, il podcast Newsroom Robots, dove vengono mostrati modi creativi per utilizzare l’AI come la creazione di trascrizioni. L’ONA offre un contenuto settimanale chiamato ONA Weekly che fornisce molte novità sull’AI, insieme a newsletter specializzate come Superhuman e The Upgrade che affrontano temi specifici del giornalismo.
«È importante rimanere costantemente aggiornati sulle ultime novità riguardanti l’AI, poiché il panorama delle tecnologie e delle applicazioni legate ad essa è in continua evoluzione. Per affacciarsi all’AI suggerisco di iniziare a costruire una pratica personale e sperimentare il più possibile con gli strumenti disponibili per capire come rispondono e quali compiti possono svolgere in modo efficace» ha spiegato la giornalista.
Ma come può essere utilizzata l’AI nelle mansioni quotidiane? «Un esempio pratico è il processo di candidatura per un lavoro, io consiglio di utilizzare l’AI come strumento di supporto di preparazione al colloquio ma non per la stesura della candidatura: la lettera di presentazione deve essere personale, autentica. Bisogna sapersi distinguere. È invece utile utilizzare l’AI per riassumere i criteri chiave di una descrizione lavorativa e per prepararsi alle domande che potrebbero essere poste durante il colloquio, questo sì». Questo procedimento, Meghan Murphy lo ha descritto come partnership di pensiero, una sorta di “collaborazione” con l’AI che non sostituisca del tutto la propria personalità.
Altri modi per usare l’AI a livello quotidiano possono essere il riassunto e lo studio: «apprendere le informazioni in modo diverso, così da aiutare a ricordarle e trattenerle in maniera più efficace» spiega; il brainstorming è un altro esempio: è possibile chiedere all’AI possibili pasti da fare quando si ha fame: «nell’indecisione può essere impegnativo decidere un pasto nuovo, così puoi dire all’AI cosa è in frigo e chiedergli “ho questi ingredienti, fammi delle ricette con questi prodotti“ o ancora puoi fargli un elenco della lista della spesa e chiedergli se bisogna comprare altro per la ricetta che propone. Puoi anche chiedergli idee per un regalo, ad esempio puoi dirgli “Proponimi un regalo per mia madre, le piace il giardinaggio ma ha già questi strumenti”».
Altre vie per includere l’AI nella quotidianità è parlarne con redazioni e con il pubblico: «abbiamo fatto di recente una formazione con i nostri colleghi per vedere cosa pensano dell’uso dell’AI. Parlare alle persone e spiegare come usare l’intelligenza artificiale è fondamentale per fargli capire come useremo queste tecnologie. È bene anche avviare delle vere e proprie sessioni di formazione per fare in modo che le persone possano sperimentare le tecnologie e scoprire cosa viene fuori, e condividere così i risultati con i colleghi» conclude.
Nikita Roy: i più interessanti casi studio di AI applicati al giornalismo
Nikita Roy è una figura poliedrica nel campo del giornalismo contemporaneo, ha competenze nel mondo dei dati, del giornalismo e dell’intelligenza artificiale. Attualmente impegnata come Knight Fellow presso il Centro Internazionale per i Giornalisti, si concentra sull’alfabetizzazione dell’IA nell’industria delle notizie. Inoltre, guida il Laboratorio di Giornalismo IA presso la Scuola di Giornalismo Craig Newmark della City University di New York, progetto supportato da Microsoft. Roy è anche la mente e la voce del podcast Newsroom Robot, un punto di riferimento internazionale nel panorama dei podcast tecnologici. Newsroom Robot è ampiamente riconosciuto su Apple Podcasts in oltre 30 paesi e offre un palcoscenico per discutere attivamente sull’IA nel settore delle notizie.
Il discorso di Roy ha offerto uno sguardo approfondito sul ruolo dell’IA nel giornalismo moderno. Roy ha illustrato come l’IA stia trasformando la produzione di notizie e l’analisi dei dati, portando vantaggi tangibili all’industria dell’informazione. Ad Artificially Informed, Roy dimostra come le tecnologie IA stiano rivoluzionando ogni aspetto del giornalismo, dall’editoria alla creazione di contenuti multimediali.
Un punto chiave della sua presentazione è stata l’importanza dell’alfabetizzazione dell’IA nell’industria delle notizie: «l’adozione consapevole delle tecnologie IA può migliorare l’efficienza e la qualità del lavoro giornalistico, consentendo ai professionisti dei media di affrontare sfide complesse con strumenti innovativi» ha raccontato. Tra gli esempi pratici illustrati, vi è l’utilizzo dell’IA nella generazione di titoli e descrizioni SEO per gli articoli, la sintesi automatica di informazioni da documenti complessi e la creazione di visualizzazioni dei dati: «Questi strumenti consentono ai giornalisti di risparmiare tempo prezioso nella produzione di contenuti e di comunicare in modo efficace informazioni complesse al pubblico».
Un altro aspetto importante sollevato è lstato ‘uso dell’IA per l’analisi dei dati e la ricerca di informazioni: «Attraverso strumenti di analisi avanzata, i giornalisti possono esplorare grandi dataset in modo efficiente e scoprire nuovi approfondimenti che altrimenti potrebbero sfuggire. Questo approccio innovativo alla ricerca e all’analisi delle notizie sta cambiando il modo in cui vengono prodotte e consumate le informazioni» conclude.
Sebbene le sfide siano molte e le incertezze non manchino, è evidente che l’IA continuerà a giocare un ruolo sempre più centrale nella narrazione delle notizie, offrendo nuove prospettive, strumenti e opportunità per coloro che lavorano nell’ambito dell’informazione.