Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna, e viceversa. Quando si tratta di matrimoni è meglio lasciar perdere i sentimenti. O, se proprio bisogna innamorarsi, farlo di qualcuno dotato di titolo e castello – così come principesse insegnano. Se proprio bisogna innamorarsi, farlo di qualcuno dotato di titolo e castello – così come principesse insegnano. I colpi di fulmini danno i brividi ma non assicurano né ricchezza né potere. Quello di nozze è pur sempre un contratto e, prima di firmarlo, è doveroso valutare pro e contro con assoluta razionalità. Scegliere un consorte vuol dire concedergli il potere di essere promotore del proprio successo o fautore delle proprie sventure.

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Lo sa bene Lord Macbeth, lo saprà presto Mauro Icardi – speriamo senza il bisogno di rimetterci la testa (o la maglia). L’arcinota Wanda è stata paragonata alla protagonista di una soap opera sudamericana. A essere più fantasiosi, potrebbe esser considerata l’erede di Lady Macbeth. E non è la sola. Alle signorine veniva insegnato che per diventare donne soddisfatte non serviva altro che sposarsi un buon partito. Le più sagge tra noi hanno appreso la lezione delle nonne, piegando il patriarcato a proprio vantaggio. «Sono una donna, non potrò mai diventare Presidente – afferma una giovane Lynne Cheney all’inizio del film “Vice” – e allora diventalo tu al posto mio» aggiunge, ponendo fine alla conversazione che avrebbe segnato per sempre la vita di Dick Cheney. Fannullone rissoso e alcolista prima, burattinaio niente di meno che di George W. Bush dopo. In mezzo, il matrimonio con Lynne, ché senza di lei sarebbe rimasto a montare pali elettrici in Wyoming. Così come fu la bramosia di potere della sua Lady a portare Macbeth sul trono di Scozia, è grazie alla cinica ambizione della moglie che Cheney è diventato il più potente nella più potente delle Nazioni.

D’altronde, neppure il cosmopolita, fotogenico e adorato dagli europei Obama avrebbe avuto tutto questo successo se non ci fosse stata Michelle. Lo hanno sempre confermato i sondaggi, secondo cui il gradimento del Presidente non ha mai raggiunto quello della First Lady. Allo stesso modo, Kanye West non avrebbe ottenuto milioni di streaming con un album pubblicato a sorpresa in piena notte se Kim non lo avesse sponsorizzato a dovere su Instagram. Così come Jay Z non avrebbe mai avuto la Gioconda (letteralmente) ai suoi piedi se non fosse stato per l’onnipotenza di Beyoncé. Qui forse parliamo di coppie innamorate, solo un cinico penserebbe che quello tra Barack e Michelle sia un matrimonio di convenienza. D’accordo, ma poco importa. L’amore è un accessorio d’effetto ma non indispensabile all’interno di una cosiddetta power couple. L’amore è un accessorio d’effetto ma non indispensabile all’interno di una cosiddetta power couple. Basti pensare ad Amal e George Clooney. A lui dicono piacciano gli uomini, lei non sembra aver tempo da perdere dietro un uomo. Eppure è solo grazie alle nozze che lui ha iniziato a essere considerato qualcosa di più dell’affascinante buffone di Hollywood e lei ha cominciato a essere scelta come avvocato in cause da milioni di dollari.

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Il partner giusto ti svolta la carriera, oppure te la fa a pezzi. E qui torniamo a Wanda Mara, la Lady Macbeth dell’era dei selfie. “Così come ti ho creato, ti distruggo”, lo dicono le mamme; vale molto di più per le mogli. “Così come ti ho creato, ti distruggo”, lo dicono le mamme; vale molto di più per le mogli. Wanda Nara è giovane, bella e furba: Jane Austen l’avrebbe scelta come eroina di un suo romanzo. Lei forse la Austen l’ha letta, sa che niente è più importante dello scapolo giusto. E sa anche che i veri principi oggi sono gli sportivi. Troppo sveglia per essere relegata al ruolo di Wasp, però, ha deciso che del suo sportivo avrebbe voluto essere il procuratore. Tocca a lui portare a casa la pagnotta, ma è lei a decidere a quanto ammonta. Chi troppo vuole nulla stringe: banale, infallibile, verità. A Wanda non andava giù che il suo Icardi fosse il meno pagato dei top player. 4 milioni e mezzo l’anno non le bastavano, ha chiesto di più. Ma il mondo del calcio non è pronto a ricevere ordini da una bionda pettoruta e, stizzito, ha tolto a Icardi la fascia da capitano. Wanda ha risposto con le lacrime, perché nessuno sa dir di no a una bella ragazza triste. Se la strategia di questa novella Macbeth funzionerà anche stavolta, lo scopriremo a fine campionato.