“In genere, il fattore di attrazione dei pazienti verso altri Paesi e per alcuni tipi di cure sono i costi più bassi. In particolare, attraggono le cure odontoiatriche verso la ex Jugoslavia”. Esordisce così Franco Vimercati, radiologo e presidente della Fism, la Federazione delle Società medico-sanitarie italiane.

Questo fenomeno è legato anche alle economie degli stessi Paesi che ospitano i “pazienti-turisti”. Gli Stati dell’Est Europa sono i più visitati dagli italiani: qui il costo della vita e delle cure sanitarie è inferiore rispetto all’Italia. Sono principalmente gli Stati dell’Est Europa i più visitati dagli italiani: qui il costo della vita e della sanità è inferiore rispetto all’Italia. Importante, però, sottolineare che questo quadro riguarda il settore privato e non il pubblico.

“Le assicurazioni sanitarie mediche, però, in questo caso non danno rimborsi – sottolinea Vimercati –. Aiutano solo se c’è effettivamente bisogno di un intervento, non quindi in caso di “turismo medico”. Se una persona va all’estero, ad esempio negli Stati Uniti, le assicurazioni pagano l’intervento ma non il viaggio. Per il turismo medico, che è un turismo di massa, non si mobilitano e non offrono servizi dedicati”.

Se da un lato, dunque, si creano dei percorsi specifici e specializzati, con determinate strutture per richiamare le persone a curarsi, dall’altro a rimetterci può essere la sanità pubblica del Paese ospitante. Si crea, o si amplia, lo scompenso tra il settore privato e pubblico, con un flusso di denaro decisamente maggiore verso il primo, alimentato dalla grande domanda che viene da fuori.

“Il fenomeno del turismo medico riceve una spinta dalle agenzie di viaggio che, seguendo i loro interessi, organizzano spostamenti di gruppo, fornendo anche interpreti e traduttori. Ci sono aziende che fanno di questo fenomeno un business, offrendo un servizio completo”, continua il presidente della Fism. “Succede, però, che non ci siano tutte le garanzie del caso. Infatti, è utile sapere che, per il turismo medico all’estero, le regole e costi non sono uguali. I regimi autorizzativi sono diversi e non hanno tutti i vincoli che l’Italia impone, ad esempio, per l’utilizzo dei materiali sanitari. Qui si garantisce l’utilizzo dei materiali usati per un certo numero di anni, ma in altri Paesi questa garanzia invece non c’è”.

Il turismo medico non è, in ogni caso, un fenomeno unilaterale: molti stranieri vengono in Italia alla ricerca di cure specifiche, ma lo fanno per vera e propria necessità.Il turismo medico non è, in ogni caso, un fenomeno unilaterale: molti stranieri vengono in Italia alla ricerca di cure specifiche, ma lo fanno per vera e propria necessità. È un tipo di convenienza puramente medica, perché è risaputo che ci si cura bene in determinati posti e quindi ci sposta per questo, non essenzialmente per risparmio economico. “In Veneto o a Pisa ad esempio, ci vanno i russi, alla ricerca di strutture di qualità – precisa Vimercati -. In Italia ci sono strutture sanitarie adeguate e migliori rispetto alla Russia, che richiamano ed attraggono i pazienti dall’estero. A Pavia, ad esempio, c’è il CNAU , dove si fa agroterapia (una terapia innovativa con carbonioni e protoni, ndr): è una struttura molto innovativa, e in tutta Europa ce ne sono solo tre o quattro simili. Pavia diventa così un centro di attrazione. Perché la sanità privata italiana funziona bene ed è rinomata all’estero”.

Un problema che emerge riguarda, invece, la diversa classificazione di certe patologie da un Paese all’altro. “Il linfedema ereditario, ad esempio, in Italia è ritenuto un fatto estetico, e non viene trattato nel nostro sistema sanitario nazionale. In Austria, invece, il linfedema è considerato una patologia vera e propria. L’Austria, quindi, attrae i cittadini italiani per la malattia e non per l’estetica. Il cittadino italiano con questa patologia potrà andare a curarsi in Austria, dove troverà assistenza, strutture, strumenti e materiali. In sostanza, si viene a creare una sorta di interscambio tra le nazioni. In questo caso non si può parlare di attrazione del cliente vera e propria: si tratta semplicemente di avere tutte le strutture adatte e a disposizione per il caso specifico e si cerca il luogo che fornisca la massima assistenza possibile”.

Ma qui siamo lontani dal turismo medico. Se proprio, però, ci si indirizzasse verso una gita in clinica alla ricerca di cure più economiche, Vimercati si raccomanda: “La cosa più importante riguarda la certezza dell’adozione di tutte le giuste misure di prevenzione e sicurezza da parte della struttura medica. Altrimenti si rischia parecchio, eccome”.