Oggi è una giornata storica: a New York, nel tribunale di Manhattan, si terrà l’udienza per l’incriminazione di Donald Trump: per la prima volta un ex presidente degli Stati Uniti viene messo in stato di fermo per un reato. Per lui non ci saranno né manette né foto segnaletiche, e non saranno ammesse telecamere in Procura. Tra i 34 capi d’accusa spicca il caso relativo all’ex pornostar Stormy Daniels: secondo il procuratore Alvin Bragg, il pagamento del suo silenzio in merito a una relazione extraconiugale sarebbe stato effettuato con fondi elettorali. 130mila dollari che sono stati contabilizzati come “spesa legale”.

“Ci sono una serie di prove che lo confermano, e lo stesso Trump non ha intenzione di mettere la questione in discussione – spiega Martino Mazzonis, giornalista che si occupa di Stati Uniti per varie testate –. Piuttosto, sta cercando di volgerla a suo favore in vista delle primarie del Partito Repubblicano del 2024”. Già, perché il tema più complesso non è tanto il processo, quanto le prossime elezioni presidenziali. I Repubblicani dovranno scegliere il loro candidato e, nonostante la presenza di figure politiche in ascesa come Ron DeSantis, attuale governatore della Florida e Asa Hutchinson, ex governatore dell’Arkansas, la posizione di Donald Trump appare ancora salda. “Fino a qualche settimana fa, DeSantis era molto in alto nei sondaggi, puntando maggiormente su temi di destra come la censura dei libri o la negazione dei diritti dei transessuali. Lo sta facendo – continua Mazzonis – non perché ci sia un reale problema nelle scuole o un’emergenza legata agli studi afroamericani e alla Black History, ma perché vuole incalzare l’ex presidente su quelli che erano i punti essenziali della sua campagna politica. Tuttavia, da qualche giorno, Trump ha recuperato e sembra ancora in ampio vantaggio”.

Oltre alla crescita nei sondaggi, il processo ha paradossalmente aumentato le entrate nelle casse dello staff di Donald Trump: a 48 ore dall’incriminazione sono arrivati oltre cinque milioni di dollari in donazioni e più di 16mila volontari si sono iscritti al partito. E la raccolta sicuramente continuerà: “Nei prossimi mesi ai sostenitori repubblicani arriverà tantissima posta con richieste di ulteriori donazioni, in nome della difesa della democrazia e contro la caccia alle streghe creata da un sistema giudiziario politicizzato. Certo, gli stessi sondaggi dicono anche che i cittadini non vorrebbero un candidato incriminato, ma gli elettori non sempre sono coerenti”.

L’ex presidente si trova alla Trump Tower di New York, in attesa di entrare, alle 19:15 italiane, nell’aula di un tribunale che da settimane prepara le necessarie misure di sicurezza. Trump farà il suo ingresso da un’entrata laterale, per scelta della Procura di New York che vuole smorzare i toni ed evitare scontri come a Capitol Hill nel 2021. Dopo l’udienza, Trump tornerà nella sua residenza di Mar-a-Lago in Florida, da dove terrà una conferenza stampa. “Sicuramente ne dirà di tutti i colori. Non farà nulla per difendersi e sarà un discorso di pura campagna elettorale in cui, come sempre, contrattaccherà i suoi detrattori. Glielo ha insegnato Michael Cohen, un tempo suo grande sodale, ma che ora è il principale accusatore”. D’altronde, non sarebbe la prima volta che Trump utilizza una situazione negativa a suo vantaggio, sfruttandola per guadagnare consensi.