“Se il 25% degli utenti di Twitter sono dei bot, allora l’acquisto della piattaforma dovrebbe costare il 25% in meno”, ha twittato l’influencer Ian Miles Cheong. “Assolutamente”, ha risposto prontamente Elon Musk al suggerimento provocatorio.

Circa una settimana fa, lo stesso Musk aveva informato che la trattativa da 44 miliardi di dollari per l’acquisto di Twitter era “temporaneamente sospesa“, in attesa delle dovute verifiche rispetto a quanto sostenuto dalla stessa piattaforma, ovvero che gli account fake o spam rappresentano meno del 5% dei suoi utenti. L’eliminazione dei bot è uno dei punti di partenza del piano di Musk che, dal canto suo, si professa un assolutista della libertà di espressione ed esige un Twitter di soli umani. Grazie all’impatto mediatico generato dalla notizia dell’accordo, è tornata alla ribalta la questione degli account falsi e il ruolo che questi giocano nel dilagare della disinformazione. Chiunque abbia usato i social media si sarà imbattuto negli “spam bot” che, complice il meccanismo dell’automazione, inondano i feed con contenuti spesso inappropriati e distorti.

Non è un problema nuovo e gli utenti se ne lamentano da tempo. In particolare, negli ultimi due anni i bot hanno imparato a comportarsi proprio come gli umani, ingegnandosi per aggirare ogni forma di difesa implementata dai sistemi di sicurezza, tanto che diventa sempre più difficile distinguerli dagli account reali. Tra le azioni più comuni si assiste all’amplificazione di specifici messaggi politici e all’eliminazione di opinioni contrarie attraverso una massiccia attività di retweeting. Così Twitter, insieme ad esperti del settore della sicurezza, sta cercando di fare uno sforzo maggiore per far rispettare le proprie politiche di condivisione.

Anziché usare una tecnologia datata, le imprese online devono accogliere nuovi metodi di soluzione al problema. Prevenire i bot deve diventare un requisito basilare per operare in rete, garantendo integrità a organizzazioni e piattaforme social. Altrimenti i bot rimarranno pervasivi e l’ecosistema informatico permetterà loro di sfuggire a ogni rilevamento.

Oggi la disinformazione sui social media ha raggiunto un livello di influenza prima impensabile, in cui il punto di vista più estremista e aggressivo può anche concidere con quello più amplificato. L’ambizione di Elon Musk potrebbe portare verso un ambiente social più sano per tutti, ma l’operazione è più difficile di quanto si possa pensare.

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