Una mostra dedicata ad Anselmo Bucci e agli artisti-soldato, a cent’anni dallo scoppio della Grande Guerra e in occasione dell’85simo anniversario della sezione di Monza e Brianza dell’Associazione nazionale alpini, che viene celebrato con il maxi raduno del secondo raggruppamento delle penne nere di Lombardia ed Emilia Romagna dal 17 al 19 ottobre.

La mostra allestita all’Arengario, nel centro città e a due passi dal duomo, ospita dipinti, disegni, incisioni e sculture accompagnati da una ricca documentazione fotografica ed epistolare degli alpini e di alcuni artisti che indossarono la divisa e furono impegnati al fronte.

Un conflitto lungo e logorante, che ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell’Impero austro-ungarico al Regno di Serbia in seguito all’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este, avvenuto a Sarajevo, e si concluse quattro anni dopo, l’11 novembre 1918. L’Italia, spaccata in due fra neutralisti ed interventisti, vi entrò nel 1915. In tutto il mondo furono mobilitati oltre 70 milioni di uomini, 60 milioni solo in Europa. Sui campi di battaglia, la Grande Guerra si portò via più di 9 milioni di vite, a cui vanno sommati 7 milioni di vittime civili.

Tempo di guerra, l’epopea degli alpini nella mostra di Anselmo Bucci e degli artisti-soldato è l’iniziativa promossa dal Comune di Monza, da Promonza e dalla Sezione alpini cittadina con la curatela di Alberto Montrasio fino al 9 novembre. L’album Battaglione 1915 è il diario per immagini con disegni autografi di Achille Funi, Mario Sironi, Antonio Sant’Elia e Anselmo Bucci, che fu volontario del battaglione Ciclisti automobilisti.

Sono esposti diversi lavori che l’artista ha dedicato alla Grande Guerra, dai dipinti dai colori decisi che raccontano scene tratte dai campi di battaglia ai preziosi carboncini che con pochi segni tracciano profili dei compagni soldati e momenti della vita in trincea. Non mancheranno, però, opere di altri altri artisti-soldato come Aldo Carpi, Lorenzo Viani, Louis Raemaekers, Pietro Canonica, Adolfo Wildt, Arturo Martini e il monzese Eugenio Bajoni.

Vi è poi una ricca documentazione fotografica degli imponenti lavori di costruzione del Monumento ai caduti di piazza Trento e Trieste, uno dei luoghi principali della città. Un’anteprima assoluta è rappresentata dai bozzetti in gesso dei pannelli in pietra – mai esposti prima – che Enrico Pancera, lo scultore morto nel 1971 che ha realizzato il monumento, aveva previsto per la decorazione del basamento. E che non furono mai realizzati per la decurtazione dei finanziamenti.