Il pirmo chip trapiantato su un essere umano: il futuro è presente e si chiama Telepathy. L’impianto cerebrale è stato sviluppato da Neuralink, azienda statunitense specializzata in neurotecnologia, e consentirebbe alle persone con quadriplegia o paralisi totale «di avere il controllo del telefono o del computer semplicemente pensando» ha spiegato l’imprenditore e fondatore dell’azienda Elon Musk.
Il chip Telepathy: come funziona?
La sperimentazione prevede l’applicazione di un impianto, composto da cinque elementi: una capsula da inserire nel cervello, una batteria ricaricabile dall’esterno, i chip e la parte elettronica che permette di tradurre i segnali cerebrali per trasmetterli sui rispettivi dispostivi. L’intervento può essere svolto solo da un robot che, con precisione, inserisce 1024 elettrodi su 64 fili nel tessuto cerebrale. Grazie al collegamento con un’interfaccia fra l’uomo e la macchina, avviene un’azione di “telepatia” tra i due, permettendo così al paziente di compiere delle azioni su uno schermo grazie al pensiero. Sara dunque possibile “registrare e trasmettere segnali cerebrali in modalità wireless a un’App che decodifica l’intenzione del movimento. L’obiettivo iniziale è garantire la capacità di controllare il cursore o la tastiera di un computer usando solo il pensiero”. Domenica scorsa è stato impiantato il primo chip ad un paziente, molto probabilmente qualcuno costretto all’immobilità.
«I primi utilizzatori saranno le persone che hanno perso l’uso degli arti» spiega Elon Musk che, a due giorni dall’intervento, ha annunciato con un post su X che il primo volontario sottoposto all’impianto «si sta riprendendo bene».
«I risultati iniziali mostrano un promettente rilevamento dei picchi neuronali» garantisce l’imprenditore dell’azienda statunitense. Con «picchi neuronali» Musk si riferisce alla stimolazione dei neuroni, cellule che, definisce il National Institute of Health, usano segnali elettrici e chimici per trasmettere informazioni al cervello e al corpo.
Quando tutto ha avuto inizio
Era il 19 settembre 2023 quando Neuralink informava di aver avviato il reclutamento di persone con Sla o paralisi, quadriplegia causata da una lesione del midollo spinale, per il primo trial clinico sull’uomo di un chip da impiantare nel cervello. Neuralink Corporation, fondata dal 2016 da Musk e altri soci, aveva poi richiesto il via allo sperimentazione ma la domanda era stata rifiutata dalla Food and Drug Administration, l’azienda che si occupa di regolamentare i prodotti farmaceutici, per questioni di sicurezza dell’impianto interfacciale. I protocolli sulla sicurezza sarebbero poi state riesaminati e lo scorso maggio è stato il via allo studio, poi a settembre dello scorso anno è stato dato il via libera al reclutamento dei volontari.
Le critiche degli attivisti al chip di “papà” Musk
Su questo studio non sono mancate le critiche degli attivisti: l’azienda Neuralink avrebbe usato gli animali come cavie per la sperimentazione, ricevendo così accuse riguardo l’abuso dei diritti degli animali e la violazione dell’Animal Welfare Act, la legge che regola come i ricercatori possono trattare gli animali in ambito sperimentale. In effetti il 10 settembre scorso proprio Musk aveva annunciato la morte di NoMonkey, una delle scimmie utilizzate nella sperimentazioni, a causa dell’impianto di un chip Neuralink. Però era stato proprio Musk a precisare che l’azienda aveva scelto scimmie malate terminali per i primi impianti, proprio per ridurre al minimo i rischi per quelle sane. I sostenitori ribattono che, se la sperimentazione desse i frutti sperati, la ricerca su malattie neurodegenerative come la SLA o l’Alzheimer potrebbe compiere significativi passai avanti e in un futuro prossimo far tornare a camminare i disabili o restituire la vista ai ciechi potrebbe essere un progetto meno utopico.