Da quando Twitter ha introdotto il sistema di verifica a pagamento e ha licenziato centinaia di moderatori, gli account che fanno disinformazione sulla salute hanno raggiunto una platea molto vasta. Molti di questi sono pagine di novax con migliaia di follower, anche perché sotto la direzione Musk è sufficiente pagare 7.99 dollari al mese per ottenere la spunta blu che garantisce l’ufficialità dell’account.
I social media hanno lottato a lungo contro l’informazione ingannevole e alcuni strumenti, come la verifica su Twitter, avevano proprio lo scopo di validare gli account di istituzioni, personaggi famosi e giornalisti. Ora, al contrario, gli stessi strumenti vengono usati per fare disinformazione, anche sui vaccini, perché i profili con la spunta blu sembrano affidabili e sicuri. Prima dell’era Musk, Twitter stava cercando di rimuovere gli account dei novax, mentre adesso, secondo lo scienziato Peter Hotez, «sembrano avere una certa legittimità». Il cambio nelle regole del social dei cinguettii ha fatto sì che, ad esempio, anche Robert Kennedy Jr., uno dei più accaniti sostenitori dei novax, abbia un profilo verificato.
Ciò che accade su Twitter succede anche su Facebook. Alcuni gruppi erano stati disattivati a causa della disinformazione sui vaccini, invece ora a poco a poco stanno tornando. Come? Raggirando l’algoritmo del social network: evitando le parole-chiave, l’algoritmo non trova niente di potenzialmente pericoloso. Così, ad esempio, questi gruppi si riferiscono ai vaccini indicandoli con nomi di alimenti come biscotti, pesche, cheeseburger, o introducono volutamente errori di ortografia: a proposito degli effetti collaterali scrivono la parola “convulsioni” – in inglese “seizures” – nella sua forma errata “see jures”, proprio per confondere l’algoritmo.
Negli ultimi due anni e mezzo moltissime persone hanno perso la vita a causa del Covid-19, ma nonostante la comprovata efficacia dei vaccini, la propaganda novax è aumentata. «Queste persone erano preparate ad un’eventuale pandemia e ne hanno approfittato», è il commento di Sarah Barry, una sostenitrice dei vaccini.
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