«Io sono una madre sola, ho due bambini e ho l’esigenza di farli mangiare in mensa e poterli andare a prendere in un orario consono. Ma attualmente pago 9 euro a pasto per entrambi». A parlare è Simona Greco rappresentate del Comitato spontaneo dei Genitori, un gruppo di circa 58 persone, tra uomini e donne, che da due anni stanno lottando a Potenza per i costi sproporzionati dei pasti scolastici. «I miei bambini mangiano in mensa circa 20 volte al mese per 6 mesi scolastici, escludendo le festività». Costo totale: circa 1080 euro all’anno.

Nel nuovo report di Cittadinanzattiva che registra il costo nazionale delle mense scolastiche, Potenza e la Basilicata tutta, spiccano nella classifica degli aumenti delle mense scolastiche, circa il 27% in più rispetto al biennio scolastico 2021-2022.  Una famiglia media con un ISEE di 19.900 euro paga in un anno scolastico 1.123 euro per un solo bambino. Un costo paragonabile a città come Livorno, Parma e Belluno,  capoluoghi di provincia che hanno un costo della vita nettamente più alto ma, soprattutto, un reddito medio delle famiglie superiore.

 

La storia di come Potenza sia arrivata a questo punto inizia, però, molto più indietro, precisamente nel 2015. Il sindaco è Dario De Luca, di Forza Italia, eletto da un anno. Viene indetta una gara, dal valore di 3.531.054,10 euro, per il servizio di ristorazione scolastica. La gara viene vinta dalla Multiservice cooperativa sociale. Nel giugno del 2018 sarebbe dovuto scadere il contratto ma in quella data il Comune ancora non aveva provveduto a pubblicare un nuovo bando così è stato tutto prorogato a dicembre. Il copione è rimasto lo stesso: nessuna indizione di gara con la Multiservice che ha ricevuto un’altra proroga. Intanto, nel 2019 cambia il sindaco; via De Luca, viene eletto Guarente per la Lega Nord. Nel 2020, con la pandemia e la chiusura delle scuole, nessuno si preoccupa delle mense scolastiche ma, per garantire la sicurezza dei pasti del biennio 2020-2021, si passa dal «classico pentolone alla monoporzione e alla scelta di un numero più alto del personale per la distribuzione in aula e non più nel refettorio» come ci racconta l’assessora alla Pubblica istruzione Antonella Sagarese. «Mentre l’anno precedente l’amministrazione comunale è riuscita a farsi carico del maggior costo – uno sconto di circa 1,50 euro a pasto – perché c’erano le sovvenzioni statali ministeriali, quest’anno non c’è riuscito».

Una famiglia potentina media con un ISEE di 19.900 euro paga in un anno scolastico 1.123 euro per un solo bambino. Un costo paragonabile a città come Livorno, Parma e Belluno.

La Multiservice, intanto, continua a gestire la ristorazione scolastica perché il bando di gara pubblicato nel settembre 2021 è stato modificato e ripubblicato nel 2022 dopo due interventi integrativi «al fine di garantire il favor partecipationis», come si legge agli atti. A febbraio 2022, sono state approvate ulteriori modifiche agli atti di gara dall’importo a base d’asta di 3.146.000 euro. Ad aprile viene chiusa la gara. Poi, la nomina della Commissione giudicatrice con prima seduta convocata a fine agosto. Da settembre, il vuoto. Secondo l’assessora Sagarese «ci sono stati dei problemi per cui il bando è stato annullato in autotutela ma verrà a breve ripubblicato». Sui criteri per i quali la gara è stata annullata, l’assessora non ci sa rispondere e nemmeno Giuseppe Romaniello, direttore di Piano comunale dei servizi sociali e sociosanitari. Raggiunto al telefono, ci rimanda alla determina pubblicata di cui non c’è traccia online e che, dopo solleciti, non ci è stata inviata. Per le motivazioni ci atteniamo a quel che è stato pubblicato dal giornale “La nuova del Sud” che ha avuto modo di leggere la delibera rimasta online per i primi 15 giorni: «illegittima commistione tra requisiti di partecipazione e criteri di valutazione la cui applicazione, peraltro impedita dalla mancata previsione di specifici sub criteri o pesi, risulterebbe in violazione delle norme di settore». In pratica, è stata indetta una gara sbagliata.

Quest’anno la Multiservice si è aggiudicata ulteriori 347.768,97 euro per il servizio di ristorazione che si vanno ad aggiungere ai milioni già intascati da otto anni di servizi prorogati. La cooperativa è una società strutturata che offre diversi servizi, come la pulizia dei luoghi di lavoro, il trasporto scolastico, la pulizia del verde e anche l’ospitalità dei migranti. Proprio su quest’aspetto il presidente, Mario Bonavoglia, è stato rinviato a giudizio nel 2018: avrebbe ottenuto un ingiusto profitto di 246mila euro ospitando trenta migranti nell’ex Hotel Santa Lucia di Tito senza che la struttura avesse i requisiti necessari.

C’è qualche genitore che ha proposto di portare il pasto da casa. Però, così facendo, andremo solo a peggiorare. Abbiamo un servizio e vorremmo usufruirne

«Io voglio sperare che tutte queste proroghe siano in buona fede. Mi auguro che un’amministrazione in qualche modo tenga conto di quelle che sono le necessità primarie di una cittadinanza. Soprattutto da un’amministrazione di destra che pubblicamente elogia la famiglia» . A parlare è Angela Blasi, consigliera comunale della lista “Insieme per Bianca” che in questi anni ha provato a proporre diverse soluzioni che «sono state tutte respinte. Abbiamo proposto una rimodulazione delle fasce ISEE per consentire di alleggerire il carico sulle famiglie più numerose e con più difficoltà; la partecipazione al bando del Ministero dell’Agricoltura per la somministrazione di pasti biologici che avrebbe consentito di intercettare e reperire fondi fondamentali in una fase di ristrettezza di bilancio; l’apertura di un tavolo ufficiale con ANCI e la Regione Basilicata, considerato il bacino d’utenza che la Città di Potenza serve in quanto capoluogo di Regione». Nessuna di queste proposte è andata a buon fine. Tuttavia, il comune qualcosa è riuscito a fare per ammortizzare i costi, come ci ricorda Simona: «Da gennaio abbiamo avuto una riduzione sul secondo figlio del 50% e hanno alzato il tetto ISEE fino a 18.000 euro». Tuttavia, la maggior parte delle famiglie è al di sopra di quella soglia.

L’assessora Sagarese non sa se verrà alzato il tetto ISEE ma ci dice che a breve verrà pubblicata un’altra gara. «Siamo speranzosi –ci saluta Simona- ma allo stesso tempo molto arrabbiati perché è passato un anno e le famiglie devono poter respirare».