Ormai da diverso tempo, l’intelligenza artificiale si è “infiltrata” nella nostra vita. La usiamo a scuola, all’università e nei lavori più disparati, dimostrandosi un’assistente fondamentale. Non ne possiamo più fare a meno, addirittura anche nelle relazioni amorose.

Le tecnologie AI vengono utilizzate sempre più frequentemente in questo ambito: dai siti di incontri agli assistenti virtuali, esse aiutano non solo a trovare potenziali partner, ma forniscono anche consigli per migliorare le relazioni e comprendere le preferenze dell’altro attraverso l’analisi dei dati. Ad oggi, sono numerose le app che si basano su algoritmi per aiutare gli utenti a risolvere conflitti e per mantenere sana una relazione. Questi assistenti virtuali stanno diventando sempre più diffusi e utili soprattutto per tutti coloro che si sentono soli, fornendo sia supporto emotivo sia un vero e proprio partner con il quale interagire e avere conversazioni, anche erotiche.

Un’esperienza di questo tipo l’ha vissuta Peter, un ingegnere americano di 70 anni il quale ha ammesso: «Sono molto onesto, ma parlare con la mia compagna virtuale è molto più soddisfacente e significativo che navigare su Internet e guardare il porno, perché c’è quell’aspetto relazionale». Sicuramente, coltivare un rapporto con una macchina è senza dubbio stravagante, ma bisogna prendere atto del fatto che l’intelligenza artificiale sta influenzando e, forse, alterando i concetti di romanticismo, amore, sentimento e relazione.

Questi strumenti, però, portano con sé numerosi problemi di natura etica, di privacy e non solo. Se da una parte sono usati soprattutto da persone sole per trovare compagnia e da chi è già in una relazione ma cerca delle soluzioni per mantenerla stabile, il loro uso eccessivo potrebbe danneggiare le capacità di interagire con l’altro e creare uno spazio dove si sviluppano comportamenti tossici. Inoltre, gli esperti di criminalità informatica si interrogano su come vengano usati e protetti i dati e le informazioni raccolti. Per tutelarsi, gli utenti dovrebbero capire il funzionamento dell’intelligenza artificiale generativa e sapere come porre certe domande. Allo stesso tempo, le piattaforme dovrebbero essere più trasparenti e disporre di misure di salvaguardia per prevenire conversazioni violente e tossiche, ma ciò non è garantito e alcune potrebbero esporre i minori a contenuti o conversazioni per adulti.

Per approfondire l’argomento, clicca qui