Una mostra per celebrare uno dei pochi campioni dello sport capaci di riscuotere stima e ammirazione al di là dell’appartenenza ai colori di una specifica squadra. È questo il miglior biglietto da visita nel taschino di Javier Zanetti, bandiera dell’Inter e dell’Argentina ma, soprattutto, una bandiera dello sport. All’ex capitano dell’Inter è stata dedicata una mostra alla Triennale di Milano, visitabile fino al 23 novembre da martedì a domenica con ingresso libero.

«Zanetti – dicono gli organizzatori – è il volto pulito, etico e serio dello sport che s’impegna come esempio positivo anche nella vita civile, attraverso la fondazione Pupi da lui fondata a favore dei bambini più poveri e disagiati».«Abbiamo iniziato questo progetto nel 2001 – ricorda Zanetti -, un anno molto difficile per l’Argentina. Allora ci occupavamo di 39 bambini e adesso stiamo aiutando più di mille persone.

Javier Zanetti, nato a Buenos Aires il 10 agosto 1973, ha iniziato la sua carriera in Argentina, prima al Talleres e poi al Banfield. Fu presentato a Milano dall’allora neopresidente nerazzurro Massimo Moratti il 5 giugno 1995. Da quel giorno, non cambiò mai più casacca. Dopo l’addio di Beppe Bergomi, nel 1999, diventò il capitano dell’Inter, fino al giorno del suo ritiro, il 18 maggio 2014.

È lo straniero con più presenze in Serie A e il secondo giocatore in assoluto per partite disputate nella massima serie alle spalle di un’altra bandiera del calcio, questa volta rossonera: Paolo Maldini. Zanetti è anche il calciatore con più presenze nella storia dell’Inter, ben 858 e con più presenze da capitano in Champions League.

Una coppa che a Milano, sponda nerazzurra, non si vedeva da quasi mezzo secolo e che Zanetti, nel 2010, sollevò. Da capitano, ovviamente. Oltre alla Champions, con l’Inter vinse cinque scudetti, quattro Coppe Italia, quattro Supercoppe italiane, una Coppa Uefa e una Coppa del mondo per club. Sedici trofei, che lo hanno portato ad essere il giocatore più vincente nella storia dell’Inter.

Con la Nazionale argentina ha disputato 145 partite ed è il giocatore con il maggior numero di presenze nella storia della Selección albiceleste. Nel marzo del 2004, a Londra, venne inserito da Pelé nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi. Nell’ottobre 2011, durante la consegna del Golden Foot, gli venne assegnato il premio alla carriera come leggenda del calcio mondiale.

Lungo il pavimento in erba sintetica della galleria, che allude a una sorta di passerella sul campo di calcio, i visitatori trovano diverse gigantografie di Zanetti in scala naturale, la coppa del Mondiale per club e la maglia della vittoria nella finale di Champions League («Una notte indimenticabile»).

E poi quella dell’ultima partita con l’Inter («Una grandissima emozione»), la divisa dell’esordio con i nerazzurri, la fascia indossata per festeggiare le mille presenze all’Inter e quelle delle sue ultime partite con l’Argentina («Per 17 anni la Nazionale mi ha dato la possibilità di difendere i colori del mio paese in qualsiasi parte del mondo. Per un giocatore e uno sportivo rappresenta un sogno»).

«Sinceramente – disse Zanetti -, quando ho giocato la mia prima partita con questa maglia non avrei mai pensato che sarebbe potuta essere la prima di 800, tutte giocate con la stessa maglia, con la stessa società». Beppe Bergomi, invece, lo notò subito durante il primo allenamento con i nerazzurri: «Quel giorno pensai che avrebbe fatto la storia dell’Inter».