Lì dove non arriva l’occhio, arriva l’Osint, cioè l’Open Source Intelligence. Mai come oggi, durante il conflitto tra Russia e Ucraina, l’investigazione su fonti aperte on line sta avendo un ruolo fondamentale nel comprenderne le dinamiche e avere un peso nella definizione delle responsabilità di guerra.

Dopo un anno, i canali Twitter, Telegram e Signal pullulano di profili e chat specializzati. Alcuni, come UkraineWeaponsTracker alias @UAWeapons, aggregano e pubblicano foto e video provenienti dal fronte e sono diventati fondamentali per ricostruire la tipologia degli armamenti utilizzati sul campo. In uno degli ultimi tweet, @UAWeapons ha condiviso il video della distruzione di un carro armato sovietico di tipo T-72B3 da parte delle forze ucraine schierate a Marinka, nell’oblast di Donetsk, e ogni giorno gelocalizza decine di pubblicazioni aggregate a partire dalle condivisioni dei reggimenti delle due parti in lotta.

Negli ultimi giorni, esattamente il 21 marzo, nel pieno della polemica sulla decisione del governo britannico di fornire all’Ucraina proiettili all’uranio impoverito, il profilo Twitter OSINT-I ha ricondiviso sul proprio feed un post di @AndreiBtvt, risalente al 10 febbraio, che mostra due proiettili 3BM60 Svinets–2 con nucleo in lega di uranio impiegati dall’esercito russo. Il loro utilizzo veniva già consentito nel dicembre 2020, quando il bollettino del Ministero della Difesa russo, diffuso dalla Tass, rimarcava che l’uso dell’uranio impoverito non violasse i trattati internazionali.

Il lavoro informativo e di debunking quotidiano si moltiplica su numerosi altri profili: @Osinttechnical, @TheOsintBunker, @AggregateOsint, @OsintI1, solo per citarne alcuni, ed è fondamentale, oltre che per tenere traccia degli armamenti impiegati, anche per riconoscere le tecniche strumentali delle propagande di guerra russa e ucraina.

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